Tv,cultura e nuova comunicazione

Oggi è tutto un fiorire, sulla stampa e su face book, di commenti sulla nuova era della comunicazione.
Tutti oggi parlano del fatto che c’è un futuro per la televisione come nei libri o nei programmi televisivi.
C’è chi inneggia alla nuova comunicazione imposta da Monti (oddio e io che pensavo che con lui fossimo tornati a quella che era stato lo stile di Moro e Berlinguer per esempio!).
Oppure c’è chi dice che è finita l’era dei talk show urlati ( e verrebbe da chiedergli perché ci partecipava o ancora perché ha partecipato a scriverli e realizzarli).
Ancora di più su face book si trovano commenti ai programmi da abolire e appaiono,non ci crederete, trasmissioni come quelle della Dandini o di Saviano ( si salvano solo Iacona e la Gabbanelli).
Cosa è successo? E’ finita l’era berlusconiana alla quale tutti ci eravamo adeguati anche perché non farlo costava fatica. Ci siamo liberati dal peso di non dover dire certe cose delle icone comunicative perché altrimenti saremmo stati presi per berlusconiani e non sia stato mai!
Oggi, finalmente liberi dal peso del berlusca diciamo ciò che è stato evidente per oltre 20 anni. E cioè che si poteva comunicare diversamente. Solo che se lo dicevi fino ad un mese fa eri un uomo morto ora sei uno intelligente e trendy!
Forse il nostro vero dramma è tutto qui: non abbiamo il coraggio delle nostre idee ( oddio qualcuno l’ha avuto ma credo che abbia pagato a caro prezzo questa scelta).
E quindi viva la nuova era della comunicazione! E adesso via tutta la paccottiglia berlusconiana e porte aperte al “nuovo” (che poi si rifà al vecchio)
Aveva ragione Giambattista Vico quando parlava di corsi e ricorsi storici: torna di moda uno stile che avevamo, tutti o quasi, buttato alle ortiche con l’ascesa del venditore di Arcore!