Racconto di Natale

Piccola cronistoria di un Natale dell’Italia di oggi.
Quella Italia fatta di tante storie di lavoratori, precari, disoccupati
.
C’è chi ha festeggiato la notte di Natale su una torre alla stazione di Milano. Questo è il racconto di tre donne, precarie, di età diversa ( questo perché il precariato,in Italia, non è appannaggio solo dei giovani).
Le tre donne lavorano, a contratto, per un’azienda televisiva italiana. Hanno 30, 45 e 60 anni. Vite diverse, necessità diverse con un lavoro a contratto. Quando ne finisce uno hai sempre il magone che non se ne trovi un altro. Sempre con il fiato sospeso, mai una volta che tu riesca a pensare al futuro e certe volte il futuro è semplicemente il mese dopo.
Le tre donne finiscono un contratto a maggio e aspettano ansiosamente di riiniziare a lavorare. Per due di loro un mese di contratto in estate poi il nulla.
Ad un certo punto, ad ottobre, si apre uno spiraglio. Partirà un nuovo format e quindi ecco le nostre donne lavorare per un mese e mezzo alla ricerca di storie, personaggi. Certo non è come andare in fabbrica, non è un lavoro usurante, non ci si alza alle 5 di mattina. Ma sempre lavoro è.
E cosa succede a quasi 10 giorni da Natale? Una telefonata e tutto finisce: il format non si farà possono andare a casa. Tanti saluti e grazie. Un mese e mezzo di lavoro per niente, senza neanche un rimborso spese. Solo una scrollata di spalle per dire “ beh questo è il lavoro dei free lance, lo sapete che si rischia sempre”.
A casa senza sapere se ci sarà un’altra possibilità e poi in fondo” è Natale adesso si ferma tutto, ci sono le feste ad anno nuovo vediamo”.
Come se per mangiare, pagare bollette, compare le medicine si possa aspettare l’anno nuovo.