Testimoni per “convenienza”
Prosegue la raccolta di firme per la petizione che chiede al Presidente della Repubblica e a tutti i parlamentare italiani, di rivedere la legge sui testimoni di giustizia, per assicurare, a chi intraprende la strada della legalità, lavoro e sicurezza. La petizione è stata promossa dai movimenti Civici, di cui è referente Italo Campagnoli, dal movimento RadicalSocialista, da Agende Rosse e da Democrazia e Legalità.
L’esigenza di investire la massima autorità dello Stato, nasce dalla volontà di ridare dignità a persone che non hanno mai fatto parte di organizzazioni criminali e che spesso vengono trattati alla stesso modo dei pentiti. In sostanza, si chiede al governo di inserire i testimoni di giustizia (circa 70 nel nostro Paese) in settori della Pubblica amministrazione, così come era previsto dall’emendamento 12.04.400, all’articolo 12 bis. Emendamento che è stato respinto nel 2008 dal sottosegretario Mantovano.
È opportuno distinguere, infatti, i collaboratori (o pentiti) dai testimoni di giustizia. I pentiti sono coloro i quali, a seguito dell’arresto, tradiscono l’organizzazione criminale, iniziando la collaborazione con la giustizia. I collaboratori sottoscrivono una sorta di contratto con lo Stato, basato sulle informazioni che riescono a fornire, considerando che le notizie arrivano dall’interno dell’organizzazione criminale, spesso in cambio di benefici processuali, penali e penitenziari.
Il testimone di giustizia, è invece, una figura introdotta dalla legge 45 del 2001 dello Stato. Il testimone, infatti, non ha mai fatto parte di organizzazioni criminali, né ha commesso alcun reato, anzi, spesso ne è vittima, e decide comunque di collaborare fornendo informazioni utili agli investigatori.
Il prezzo che si paga per liberarsi dal peso delle mafie è altissimo. Come nel caso del testimone di giustizia calabrese, Pino Masciari. Le prime difficoltà s’incontrano non appena comincia la collaborazione. Anche Masciari è stato allontanato dalla propria terra, seguito da moglie e figli. Masciari non lavora più, pur avendo contribuito a smascherare diverse collusioni, tanti i boss finiti in carcere dopo le sue dichiarazioni. Per ben 12 anni è stato inserito nel programma di protezione speciale, ora vive sotto scorta e porta in tutta l’Italia, e non solo, la sua storia che ha raccontato nel libro ’Organizzare il coraggio’ edito dalla casa editrice torinese Add.
Per Masciari, dove c’è una forte presenza della criminalità un imprenditore ha tre possibilità: “o entri in combutta con loro, o paghi il pizzo o chiudi e parti”. Questo nella maggior parte dei casi. Masciari non si è mai pentito di aver testimoniato, neppure dopo aver vissuto difficoltà e momenti di solitudine enormi. Al telefono è un fiume in piena, le sue parole incoraggiano: “Certe cose si fanno perché si sentono – dice – per essere liberi dalle mafie e rispettare la Costituzione italiana. La mafia non conviene, è questo che bisogna capire, cambiare la cultura mafiosa”.
Masciari dice di aver rispetto per lo Stato, si fida delle istituzioni, un po’ meno dei politici, al di là dei partiti. “Io oggi sono semplicemente una persona normale ma a rischio di vita, sotto scorta” continua, invitando tutti a pensare che, in fondo, ’lo Stato siamo noi’.
Che non bisogna aspettare nessuno per scegliere la strada della legalità, l’unico modo per superare la mafia. Anche Masciari è d’accordo con la possibilità di dare ai testimoni di giustizia lavoro nelle Pubbliche amministrazioni. Perché è il lavoro che ti dà una “vita dignitosa”. La sua storia è singolare, anche per le difficoltà che ha dovuto superare durante gli anni in cui è stato inserito nel programma di protezione. Le sue dichiarazioni hanno dato il via a numerosi processi in Calabria. Se potesse vivere ancora nella sua terra, se potesse lavorare come faceva, dimostrerebbe, dice lui, che “ribellarsi alla mafia conviene”.
Discorso più ampio quello di Angela Napoli, tra i firmatari della petizione. “C’è un clima preoccupante in Calabria – ricorda la Napoli – anche a seguito delle lettere che il marito di Giuseppina Pesce (collaboratrice di giustizia, parente stretta della potente famiglia mafiosa di Rosarno, ndr) sta scrivendo alla moglie per intimarla a smettere la collaborazione”. “Ancora una volta siamo davanti a casi di donne”, aggiunge. Dunque non solo testimoni, ma donne ’colpevoli’ di essere nate e cresciute in famiglie mafiose, dove ribellarsi è quasi sempre impossibile, e pertanto bisognose di sostegno. “Sia io che Lumia – ha aggiunto la deputata di Fli – abbiamo presentato dei provvedimenti in merito alla sicurezza dei testimoni, rigettati dal governo. Oggi diventa necessario sostenere queste persone”.
Se non altro, perché non si verifichino più casi come quello di Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia suicidatasi il 21 agosto 2011 (le Procura indaga sull’ipotesi di istigazione al suicidio); Tita Buccafusca, testimone di giustizia, che si è tolta la vita il 16 aprile 2011. Ciascuna di loro a distanza di quattro mesi e entrambe ingerendo acido muriatico.
La petizione riguarda da vicino questa realtà, questi uomini e queste donne, contro cui, per dirla con le parole di Angela Napoli, “deve finire l’accanimento del mondo degli uomini della ‘ndrangheta”. Persone che, come nel caso di Pino Masciari, hanno rischiano e rischiano la vita ogni giorno proprio per la propria estraneità agli ambienti mafiosi.
La petizione è già stata sottoscritta da Salvatore Borsellino (l’ispiratore del movimento Agende Rosse e fratello del magistrato ucciso dalla mafia, Paolo); Elio Veltri (fondatore dell’associazione Democrazia e Legalità); Doris Lo Moro (deputata calabrese del Pd); Angela Napoli (deputata calabrese di Fli); Franco Laratta (deputato del Pd e componente della Commissione antimafia); Sonia Alfano (europarlamentare Idv); Giuseppe Lumia (senatore del Pd).
(pubblicato su www.lindro.it)
[…] Idv); Giuseppe Lumia (senatore del Pd).firma la petizione(pubblicato su http://www.lindro.it)http://www.malitalia.it/2011/11/testimoni-per-convenienza/ 0 CommentiPuoi essere il primo a lasciare un commento.Lascia un commento Fare clic per […]