Scuole allo scoperto

(di Paolo De Chiara)

 ’Una scuola sicura’. Questo lo spot utilizzato dalla politica regionale per l’inaugurazione dell’Istituto comprensivo statale L. Pilla di Venafro, in provincia di Isernia. Un taglio del nastro fatto qualche giorno prima delle elezioni regionali. Esattamente il 12 settembre scorso. Per non parlare dell’inchiostro utilizzato dagli organi di informazione locali per celebrare l’evento. Pagine e pagine dedicate all’inaugurazione. 

La scorsa notte l’amara sorpresa. Al rientro nelle aule, dopo il fine settimana, l’incubo si è materializzato davanti agli occhi dei presenti. L’intera controsoffittatura era crollata. Secondo alcuni per colpa di un ’fischer’, una vite di plastica di 8cm che fissava le lastre di cartongesso. Due i locali riammodernati con la stessa tecnica. Solo in uno si è registrato il cedimento. “Manca – per il segretario Flc-Cgil Molise – un piano concreto per mettere in sicurezza le scuole molisane, perchè quello fatto, spesso è stato estemporaneo e non frutto di una seria programmazione dell’offerta formativa regionale. Siamo ancora alla politica degli annunci, la realtà è diversa”.

A livello nazionale si registrano interventi bloccati o solo parzialmente realizzati in attesa dei fondi. Secondo i dati raccolti da Anci e Upi soltanto 770 accordi sono giunti a compimento con la liquidazione dei fondi, mentre per gli altri non c’è copertura. La cifra complessiva che il Ministero deve trasferire è pari a 358 milioni di euro. Di questi fondi è arrivata a destinazione una quota inferiore al 50%. Non ci sono fondi in bilancio.

Nell’ottobre del 2009 in una scuola di Napoli il crollo di una controsoffittatura in polistirolo che ferì lievemente una giovane studentessa. Il Ministro Gelmini aveva promesso un piano di riqualificazione dell’edilizia scolastica, mai arrivato. Nel 2008 a Rivoli (Torino) il crollo del controsoffitto di un’aula causò la morte di uno studente e venti feriti.

Per l’assessore comunale di Venafro Iannacone, che ha seguito da vicino l’opera, “è la classica buccia di banana. Un fischer mette in discussione un’opera strutturalmente valida”. Costata un milione e centomila euro. Fondo erogato nell’ambito di un piano nazionale per la sicurezza degli edifici scolastici. Per l’assessore “l’errore umano esiste in tutte le cose che si fanno”. Lo stesso ‘errore umano’ che causò il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, dove morirono 27 bambini e una maestra. “La fortuna nostra – ha aggiunto l’assessore – è che la scuola era chiusa. E’ inutile tornare indietro per vedere cosa poteva succedere. Sono cose gravissime che non dovrebbero succedere. Vogliamo capire di chi è la colpa”. Lo stesso concetto espresso dal primo cittadino di Venafro Cotugno, che attacca senza mezzi termini la ditta che ha compiuto i lavori: “è un lavoro fatto male, è un lavoro fatto male, è un lavoro fatto male. Chi ha sbagliato deve pagare”.

Abbiamo avvicinato il Presidente dell’impresa che ha effettuato i lavori (La Fortuna di Caserta), Gennaro Nocera, che riduce tutto a un problema di tassello, il famoso fischer di 8cm. Ecco le sue parole: “quello che ho visto a Venafro non l’ho mai visto nella mia vita”. Cioè? “L’invidia. Nessuno voleva politicamente che questa scuola si apriva. Devo avere 400 mila euro dal Comune”. Per il costruttore il crollo della controsoffittatura non poteva causare danni alle persone (“morire no, perché il cartongesso è leggero”).

Ma ecco la tesi sul complotto: “togliendo quei pannelli, questa è la scuola più sicura d’Italia. Non avrei chiamato nessuno, in due giorni facevo i lavori e si chiudeva il discorso. Qualcuno ha fatto qualche dispetto. Qualcuno è entrato nella scuola e ha sfilato un fischer. Sinceramente penso questo. Per invidia politica. Nessuno credeva a questa scuola che si apriva. La politica è una cosa vergognosa, si vendono anche le famiglie. Come i camorristi”. Ma è importante anche un altro passaggio, relativo all’appalto: “sono arrivato secondo. La prima impresa di Napoli è stata cacciata con 90mila euro. Mi hanno chiamato e sono venuto al Comune. Dove tre persone importanti (il costruttore non ha voluto fare i nomi dei personaggi, ndr) che mi conoscevano mi hanno detto ‘questa scuola la vogliamo da te’. Ho dovuto fare questa cosa a titolo di amicizia. Tutto il ribasso lo abbiamo sfruttato per le varianti”.

Per il neo consigliere regionale Cosmo Tedeschi dell’Idv: “le inaugurazioni fatte con urgenza, prima di fare le votazioni, portano a questi risultati. Un’opera del genere che cade e che mette in pericolo i bambini non è stata fatta a regola d’arte”. Al centro di forti polemiche il sindaco: “ho la coscienza pulita. Perché gli sciacalli politici non dicono che il direttore dei lavori (l’ing. Petrone, ndr) ha delle colpe, la ditta ha delle colpe”. E sul complotto politico? “Devo essere sincero, qualcuno me lo ha detto. Non ci voglio credere, sarebbe la fine. Non ci voglio pensare. Poteva accadere qualcosa di grave. E’ una cosa gravissima. I responsabili dovranno pagare. Gli avversari politici aspettano questi momenti. Quel tipo di controsoffittatura ce l’hanno solo i due androni”. Uno ha ceduto. “L’altro cederà”. Ma è ancora la scuola più sicura d’Italia? “Si, ci sono le carte. Non faccio il tecnico. Ci sono tutti i certificati. Questa scuola rispetta i parametri sismici e rientra nella circolare di Bertolaso. Mai come in questo caso ci sono i responsabili che la legge individua. Gli appalti pubblici necessitano di figure professionali nominati dagli enti preposti”.

E i tre ignoti personaggi, che al Comune di Venafro, hanno pregato il costruttore di effettuare i lavori? “Se non si fanno i nomi parliamo di altro. Passiamo all’altra domanda. Le cose che non hanno nome e cognome non ne parlo proprio. Se ero presente ci mettevo il nome mio. Posso dire solo che ancora una volta si registra lo sciacallaggio politico, il sindaco è estraniato dalla legge”. La Procura di Isernia, guidata da Paolo Albano, ha aperto un’inchiesta per accertare le responsabilità: “la Procura ha provveduto alla convalida del sequestro. Abbiamo seguito le indicazioni dei tecnici, per cui il sequestro è stato limitato alla parte della scuola che è stata interessata al crollo. Ai fini processuali ci serviva solo quella parte. Stiamo valutando la possibilità di una consulenza tecnica per stabilire le eventuali responsabilità. Al momento il procedimento è contro persone da identificare, in un fase successiva valuteremo anche chi, eventualmente, iscrivere”.

Secondo Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e Massimiliano Stucchi, dirigente di ricerca: “quasi diecimila istituti in Italia non sono sicuri. La maggior parte di questi edifici scolastici si trova dove il pericolo sismico è basso”. Un vero e proprio paradosso. Come dire che per avere scuole sicure bisognerebbe abitare in zone a rischio sismico. San Giuliano di Puglia non ha insegnato nulla. I proclami fatti in quei giorni non sono serviti a nulla. La situazione è drammatica, mancano strutture idonee e soldi per rendere sicure le scuole pubbliche. 

 (pubblicato su www.lindro.it)