Mafia, ecco l’asse Calabria-Lombardia

Il politico e il giudice: Franco Morelli e Giuseppe Vincenzo Giglio. Entrambi arrestati questa mattina in una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha coinvolto dieci persone. Il primo è consigliere regionale in Calabria, eletto nella lista ’Pdl-Berlusconi per Scopelliti’ e vicino al sindaco di Roma, Gianni Alemanno che l’aveva fortemente sostenuto in campagna elettorale, tanto da lanciare la sfida di una “Calabria diversa” proprio grazie al contributo politico di Morelli. A lui viene contestato il concorso esterno in associazione mafiosa, nonché i reati di rivelazione del segreto d’ufficio e intestazione fittizia di beni.
Il secondo è un giudice con una carica importantissima: Presidente della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, luogo dove passa ogni tipo d’informazione. Giglio, ha 51 anni, Presidente della Corte d’Assise ed esponente di sinistra della corrente Magistratura democratica, docente di diritto penale alla scuola di specializzazione per le professioni legali dell’università Mediterranea di Reggio Calabria.
Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini (per la quale l’operazione rappresenta un ulteriore successo) e i due sostituti Paolo Storari e Alessandra Dolci, contestano al giudice, le ipotesi di reato per corruzione e favoreggiamento personale di un esponente del clan Lampada. L’aggravante di questa ipotesi è sia avvenuto al fine di agevolare la ‘ndrangheta.
Una notizia che stravolge la città di Reggio Calabria e che scopre quella zona grigia in cui la politica, i servizi deviati e, in questo caso, anche i giudici, fanno affari o agevolano la ‘ndrangheta in un intreccio tanto complicato quanto pericoloso. Viene confermata anche l’asse Calabria-Lombardia, dato che fra gli arrestati figura pure l’avvocato penalista Vincenzo Minasi, avvocato del foro di Palmi ma con studi a Como e Milano. Indagato pure un giudice del tribunale di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, che è stato perquisito. Si tratta di Giancarlo Giusti, indagato per corruzione in atti giudiziari. E, ancora, arrestato un maresciallo capo della guardia di finanza, Luigi Mongelli con l’accusa di corruzione e il medico di Reggio Calabria, Vincenzo Giglio, anche allo specialista è contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. In manette pure Francesco e Giulio Lampada, Leonardo Valle e Raffaele Ferminio. Mentre la moglie di Francesco Lampada, Maria Valle, è finta agli arresti domiciliari, indagata per corruzione.
La direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha collaborato in questa operazione con la Dda milanese, ha fermato anche altri tre presunti affiliati alla ‘ndrangheta: Gesuele Misale, Alfonso Rinaldi e Domenico Nasso. Il primo con l’accusa di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, il secondo di intestazione fittizia di beni aggravata da modalità mafiose e il terzo, associazione mafiosa. Su ordine della Dda di Reggio sono stati perquisiti, inoltre, altri due avvocati. Si tratta di Francesco Cardone, del foro di Palmi e Giovanni Marafioti del foro di Vibo Valentia.
La bufera oltre che sul tribunale di Reggio Calabria è arrivata anche a Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, dove la polizia stamattina ha effettuato un blitz per una perquisizione negli uffici del consigliere regionale, ex consigliere di Alleanza nazionale. Morelli è tra i promotori dei circoli della Nuova Italia (sempre ispirati da Alemanno) e pare sia legato all’Opus Dei: anche per questo potrebbe rappresentare l’anello di congiunzione, tra la ‘ndrangheta e alcuni ambienti politici nazionali.
Il cerchio a Reggio Calabria si stringe sempre di più e si sta facendo luce anche sulla cosiddetta zona grigia che coinvolge persone dal profilo politico e sociale apparentemente pulito. La giunta dell’attuale governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, si ritrova sempre più stritolata dalle indagini della magistratura. Prima con l’arresto del suo consigliere Santi Zappalà, in carcere per scontare una pena per voto di scambio. Zappalà è stato sorpreso dalle intercettazioni ambientali dei carabinieri, recarsi in casa del boss Pelle per chiedere voti per le elezioni regionali del 2010, in cambio di lavori pubblici. Ora, stessa sorte per il consigliere (pare prossimo a entrare in giunta), Franco Morelli. Senza dimenticare che anche il governatore della Calabria, Scopelliti, deve presentarsi dinanzi ai giudici per chiarire la sua posizione sul ’caso Fallara’, la dirigente del Comune di Reggio morta per avere ingerito acido muriatico.
La firma di Giglio si ritrova in numerose operazioni degli ultimi tempi. C’era nei provvedimenti di sequestro di 330 milioni di euro al “re dei videopoker”, Giacchino Campolo; di 190 milioni di euro alla cosca Pesce di Rosarno; di 150 milioni alla cosca dei Rumbo-Galea-Figliomeni, legata ai Commisso di Siderno. Inoltre non mancava mai di intervenire nel dibattito pubblico contro la ‘ndrangheta e in iniziative antimafia. Secondo le sue dichiarazioni le persone erano stanche di vivere una vita ’a metà’, volendo vivere pienamente ’per intero’ lasciandosi alle spalle la mafia

(pubblicato www.lindro.it)