La Camorra hi-tech contro le intercettazioni
(di Alessandro Chetta)
Intercettazioni, ultimo tabù da sconfiggere per i clan di camorra. Che ora si organizzano affidandosi alla più sofisticata tecnologia: apparecchi in grado di disturbare le frequenze Gps e Gsm. E si capisce: nell’ultimo anno le inchieste della Dda partenopea stanno scardinando consolidati sistemi criminali (l’ultimo sul racket ai lidi del litorale di Mondragone e Castel Volturno). La raffica di arresti che a ritmo quotidiano decimano le organizzazioni di Napoli e provincia e del Casertano, spingono i clan alla reazione. Una risposta non militare ma tecnologica, che passa, appunto, attraverso le contromisure per colpire il formidabile strumento delle intercettazioni. Capire i movimenti criminali mettendo sotto controllo le utenze telefoniche rappresenta molto spesso la chiave di volta delle indagini. Fatto che del resto viene rimarcato 9 volte su 10, e non solo per motivi “politici”, dagli stessi pm in conferenza stampa.
Così, nelle piazze di spaccio di Scampia, la camorra hi-tech prova a mettere fuori gioco il Grande fratello anticrimine. Ben nascosto in una fioriera, la polizia oggi ha trovato un sofisticatissimo apparecchio utilizzato come inibitore di frequenze Gps e Gsm. Scopo dei clan del quartiere è disturbare e rendere inutilizzabili eventuali intercettazioni telefoniche o ambientali. Una scoperta causale: l’operazione messa in piedi dalle forze dell’ordine riguardava solo l’arresto di un presunto capopiazza, Arcangelo Abete, per evasione degli arresti domiciliari. Nel corso del blitz, in un vaso sistemato sul pianerottolo, gli agenti hanno notato e sequestrato l’apparecchio.