L’Italia è un problema

Il vertice del G20 a Cannes si prospetta per l’Italia come un appuntamento cruciale per discutere il futuro del nostro Paese (e non solo), sempre più schiacciato tra il nervosismo dei mercati e la debolezza di una guida politica mai così vicina alla caduta. “La prossima settimana il Governo cadrà”, sussurrano fonti interne al Pdl. E il clima nel Paese è di tensione e disorientamento, se non proprio paura: il 48% degli italiani ritiene oggi a rischio i propri risparmi, emerge dal Monitor sull’opinione pubblica dell’Istituto Demopolis diffuso ieri, quasi 9 cittadini su 10 si dichiarano preoccupati per la crisi finanziaria che vive l’Italia e per i sacrifici che, in prospettiva, immaginano di dover affrontare. Il timore per la crisi economica è cresciuto di oltre 30 punti percentuali negli ultimi due anni, passando dal 56% del 2009 al 71% della primavera scorsa, sino all’87% odierno.
Nei due giorni del G20 potrebbero emergere, ed assumere grande importanza, questioni tenute fin’ora in sordina, mentre è sempre più incombente nell’immaginario collettivo il fantasma greco -il 61% degli italiani ritiene oggi concreto un ’rischio Grecia’ per l’Italia, sempre secondo Demopolis. E intanto il resto del mondo, nuove potenze in testa, non rimane certo a guardare. Abbiamo parlato di questi punti con Massimo Teodori, parlamentare, storico, professore universitario, giornalista e scrittore.

Professor Teodori, al di là degli annunci e delle promesse, quali carte può il nostro Paese realmente giocare sul tavolo del G20 per rassicurare mercati e comunità europea?
Può giocare le carte di provvedimenti molto drastici che il governo deve prendere immediatamente: se non prende dei provvedimenti veri non ’all’acqua di rose’, come secondo me sono innalzamento delle pensioni, patrimoniale seria, una liberalizzazione di cose pubbliche che non siano rilevanti, penso che l’Europa seguiterà a considerarci per come ci ha considerato fino adesso, vale a dire della gente non seria.

Cosa significherebbe una proposta come quella rivolta dall’UE alla Grecia, vale a dire una manovra ’lacrime e sangue’, fatta all’Italia al G20?
La Comunità Europea non deve fare delle proposte, ha aspettato quelle italiane e se ne aspettava altre, non una generica “lettera di intenti” senza i tempi e via di seguito. E’ evidente che, se l’Italia è su questo piano, a questo punto ci sarà qualche provvedimento molto forte da parte dell’Unione Europea. Non so in che misura lo potrà prendere perché nessuno in questo momento sa come sia possibile il commissariamento da parte delle entità europee di un paese grosso come l’Italia: perché qui non si tratta della Grecia che in fondo è molto marginale all’Unione Europea. L’Italia è il secondo paese nell’area dell’Euro, e per questo rappresenta un problema serio. Perciò quali forme possa prendere la pressione delle autorità europee non lo sa nessuno.

Quanto cambierebbe l’opinione della comunità internazionale sul nostro paese se l’attuale esecutivo annunciasse le dimissioni anticipate?
Certamente non sarebbe un atto risolutivo, ma aiuterebbe. In questo momento due problemi si sommano e sono collegati tra di loro: la non-credibilità del Presidente del Consiglio e la non-presa di provvedimenti seri in vista del risanamento e dello sviluppo dell’economia.

E da Berlusconi cosa possiamo aspettarci in questi giorni?
Credo che Berlusconi sia ’cotto’ definitivamente. E la prima cosa che dovrebbe fare, ma che non farà mai, è togliersi di torno perché uno degli elementi della scarsa credibilità del nostro paese è la sua persona.

In questo quadro che ruolo avranno i paesi cosiddetti Brics, ovvero potenze emergenti come Brasile, Russia, India, Cina e Sud America?
I paesi Bric cercano per l’appunto di emergere per se stessi, quindi noi non avremo nessun aiuto, fatta eccezione che dalla Cina, che sta sviluppando ormai da tempo una politica di penetrazione economica ed anche finanziaria. Nessuno ignora che una parte del debito pubblico americano oggi è detenuta proprio dalla Cina, e altrettanto può fare on i paesi europei. Quindi, Brasile, Sud Africa, si svilupperanno per conto loro, e cosi anche l’India, credo. Per quanto riguarda i cinesi invece, una politica espansiva e di penetrazione non solo in Africa ed in Asia ma anche in Europa è assai probabile, se noi continuiamo ad essere cosi in crisi.

(pubblicato su wwww.lindro.it)