Pupe e malaffare

Non solo escort e papponi. A frequentare Palazzo Grazioli e le varie residenze del “presidentissimo”, era un vero e proprio milieu fatto di fidanzate di narcotrafficanti, amiche del cuore di camorristi, amanti di rampolli della mafia barese. Personaggi borderline che sapevano tutto dei vizi di Berlusconi, venivano puntualmente informati prima e dopo gli incontri e che di quelle informazioni delicatissime potevano fare l’uso che volevano. Le loro donne avevano libero accesso a Palazzo Grazioli. Al punto che Terry De Nicolò si scandalizza.

Entra nella casa del capo del governo e nessuno le chiede i documenti. È con Gianpi Tarantini, il lenone che in quei lunghi mesi dal 2008 al 2009 si conquista il ruolo di fornitore ufficiale ed esclusivo di escort per il Cavaliere e i suoi amici, può andare dovunque.

“Siamo entrati a Palazzo Grazioli con due macchine, eravamo sei o sette ragazze, gli autisti e Gianpi, la cosa che mi ha stupito di più è stata l’assoluta mancanza di controlli. Ci sono rimasta male”. Barbara Montereale, invece, non si scandalizza affatto. Quando le chiedono la professione, lei dice che fa “la ragazza immagine, che sia una cena, una conferenza, una chiacchierata”.

I carabinieri la conoscono bene. “Fornisce prestazioni sessuali a pagamento”, mettono a verbale. Assieme a Patrizia D’Addario, escort pure lei con cachet dai 200 in su, partecipa alla famosa cena del 4 novembre 2008. Berlusconi ha fatto tardi, sono passate le undici di sera da otto minuti quando compone il numero di Gianpi. Che è un tipo in vena di scherzi, vede sulla schermata il numero di B. e fa rispondere proprio a Barbara Montereale. Che B. non conosce, non ha mai visto prima. È un’amica di Patrizia D’Addario in arte Alessia, che pochi giorni prima ha accompagnato dei clienti in un locale per scambisti. “Ma non ho fatto niente, la gente è pazza, qui bisogna stare attenti per il lavoro nostro”, confida proprio alla sua amica Pat.

Berlusconi chiama, e Barbara risponde. “Presidente, la stiamo aspettando, io sono Barbara”. Il Cavaliere tra il meravigliato e l’interessato: “E dove siete?”. “Siamo già a tavola”, risponde la girl. “Da me???”, si informa B. “Sì, e manca solo lei”, è la risposta. “Sto arrivando, eccomi”. Erano a tavola, a casa del capo del governo italiano, le escort e il loro pappone, erano entrate liberamente e Berlusconi neppure lo sapeva. Nessuno stupore, Gianpi per B. era diventato un’ossessione. Il 26 febbraio 2009 riceve la telefonata che annuncia la morte della sorella Maria Antonietta mentre è a cena proprio con quell’inseparabile pappone.

Delle cene, degli incontri, delle nottate passate con B. e delle buste regalo lasciate scivolare nelle borse di Barbara Montereale, sa tutto Radames Parisi, il suo fidanzato. Si sono conosciuti in un casinò in Russia, confida lei a Dino Mastromarco, l’autista di Gianpi che subito si premura di dire di non fare nomi al telefono perchè “sono cose molto delicate”. I carabinieri lo giudicano un personaggio pericoloso, inquisito per reati di mafia: processato e assolto per omicidio, indagato per possesso di armi, è ritenuto un rampollo del clan di Savinuccio Parisi.

Mafia ricca e pericolosa. Nei mesi scorsi al clan sono stati sequestrati 23 milioni di euro, i magistrati dell’antimafia di Bari ritengono stia tentando il salto di qualità. Dalle estorsioni al narcotraffico, fino all’infiltrazione nell’economia e nella politica. Il 4 novembre 2008, Barbara parte per Roma e telefona al suo Radames. “Vado a fare immagine per la cena di Berlusconi”. Lui non è d’accordo.

 “Ma ci vuoi andare?”, le chiede. Barbara non ha dubbi: “Ho rimandato tutti gli impegni da qua escono cose buone”. “Tu lì non dovresti andare perché non ci sono io”, le intima il giovane. Lei lascia correre, ma la mattina dopo lo richiama. “Avrei da dirti tante cose, forse belle, forse brutte. Dobbiamo ritornare a Palazzo Grazioli, lui ci vuole rivedere”. Radames non ha parole. “Ma Ciccio lo hai sentito?”. Si tratta di Daniele Battatico, detto mago Ciccio, il 27 ottobre di tre anni fa lo hanno arrestato per usura. Mancava solo lui a Palazzo Grazioli.

Marysthell Polanco, gran dama del gruppo delle olgettine, incappa nell’arresto del suo Emilio, Ramirez De La Rosa, un narcotrafficante. Lo ammanettano con 108 grammi di cocaina mentre guida l’auto intestata a Nicole Minetti. Viveva con la Polanco nell’appartamento all’Olgettina. Eleonora De Vivo, gemella di Imma, sorelline tutto pepe immancabili nelle visite del Cavaliere a Napoli, era fidanzata con Massimo Grasso, ex consigliere comunale di Forza Italia, e imprenditore coinvolto in una inchiesta per camorra dell’antimafia di Napoli. Tutti sapevano tutto dei vizi e delle seratine di Silvio Berlusconi.

(pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 20 settembre 2011)