La rabbia
«La rabbia è la naturale figlia di anni di promesse non mantenute, di inderogabili impegni affermati, sanciti, decretati e sempre in via di approvazione e ratifica». Queste le parole consegnate alle colonne de La Voce della Campania da Giuseppe D’Avanzo nel suo reportage del 1979 Chiacchiere per la Valle Ufita. Chiacchiere, quelle di ieri di cui parlava il compianto D’Avanzo, e quelle di oggi, di cui ci parlano i lavoratori della Irisbus Iveco di Flumeri. Valle Ufita appunto, Irpinia. Prliamo, tra dipendenti diretti ed indotto, di uno stabilimento che dà lavoro a circa duemila persone. L’unico in Italia che produce autobus e che oggi Fiat ha deciso di svendere ad uno pseudo acquirente molisano, De Risio. Un liquidatore, per gli operai. Ma qui le tute blu hanno la pelle dura: sanno benissimo che la chiusura dello stabilimento sarebbe un dramma occupazionale e sociale a livello provinciale e regionale senza precedenti.
Per questo hanno deciso, all’indomani del fallimento del quarto ed ultimo incontro del tavolo tecnico convocato al Ministero per lo Sviluppo economico, di occupare lo stabilimento. Stamattina hanno dichiarato lo stato di assemblea permanente per due giorni all’interno dei cancelli. “Noi da qui non ci muoviamo. Questo deve saperlo Fiat, il Ministro Romani e il Governatore Caldoro. Ci devono cacciare con l’esercito”. Per quattro volte questi lavoratori, che da cinquanta giorni presidiano i cancelli della loro fabbrica, partecipano a consigli comunali, provinciali, iniziative , concerti in piazza, che hanno occupato i municipi dei comuni limitrofi per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica locali sulla loro situazione, sono andati a Roma per incontrare il Governo, per inchiodarlo alle sue responsabilità vista la non volontà di finanziare l’ammodernamento del parco autobus nazionale, nonostante l’Italia stia per pagare una sanzione stratosferica all’Europa per l’inadeguatezza dei suoi mezzi. Per tre volte il Ministro Romani li ha snobbati, non presentandosi al loro cospetto. Solo ieri, ultimo appuntamento in calendario, è apparso nella sala riunioni del MISE, per dare l’ennesima conferma a questi cittadini che reclamano il loro diritto al lavoro, di quanto i Governi italiani, di destra o di sinistra poco importa, continuino a chinare il capo di fronte ad un’azienda che ha avuto tutto dallo Stato e in cambio ha distrutto un sistema paese. Anzi di più: ieri questo Governo ha dimostrato agli operai Irisbus di essere assolutamente complice della Fiat, mettendo sul tavolo una proposta “farsa” per prendere un mese di tempo e poi svendere comunque alla ditta molisana.
“Noi con De Risio non parliamo. Se qualcuno deve affossarci lo faccia la Fiat”, è stato il secco no degli operai. Gli stessi che oggi hanno occupato la fabbrica, con il sostegno unitario dei sindacati, e che si dicono pronti a “presidiare” tutti gli stabilimenti del gruppo torinese su territorio nazionale, dividendosi in gruppi. Vogliono che la vertenza si sposti dal Ministero alla Presidenza del Consiglio e non fanno più appello a politici e parlamentari locali, ma solo ed unicamente ai segretari nazionali dei sindacati. Qui a Flumeri adesso sono incazzati davvero, la gente è ormai stanca di 32 anni di “chiacchiere”.