Camusso, il Corriere e i diritti
(di Luca Rinaldi)
Bavaglio sì, bavaglio no. Susanna Camusso, segretario della CGIL non ha concesso deroghe ai poligrafici del Corriere della Sera, minacciando un ulteriore sciopero nel caso in cui il giornale di via Solferino fosse uscito comunque, utilizzando le maestranze presenti. Il giornale di via Solferino è l’unico grande quotidiano italiano a non essere oggi in edicola insieme alla Gazzetta dello Sport e all’Unità che però è uscita con uno speciale dedicato alla giornata di sciopero e distribuito nelle piazze.
Scriveva ieri De Bortoli in prima pagina sul CorSera
Lo sciopero nazionale della Cgil – si legge – impedirà domani l’uscita del Corriere. La maggior parte degli altri quotidiani sarà in edicola. In precedenti occasioni, i lavoratori poligrafici, con grande senso di responsabilità, avevano garantito tutte le pubblicazioni. Questa volta no. La decisione è stata presa direttamente da Susanna Camusso. Ed è stato minacciato un ulteriore sciopero nel caso si tenti di far uscire ugualmente il giornale con le maestranze presenti. Un atto grave e discriminatorio
Ora. I poligrafici del Corriere hanno tutto il diritto di scioperare, come ogni lavoratore. E il diritto di sciopero rimane un diritto sacrosanto (ed è inutile che qualcuno cerchi di affermare il contrario perchè tra trent’anni potrebbe averne bisogno). Come chi vuole continuare a svolgere la propria professione ha ovviamente tutto il diritto di farlo e la minaccia di ulteriori scioperi suona come un avvertimento non proprio da difensori dei diritti.
Nella tarda serata di ieri Camusso risponde “che lo sciopero generale straordinario che abbiamo convocato avviene in una condizione straordinaria e non ci pare utile in una condizione di questo tipo che ci siano deroghe né per il Corriere né per altri che ce lo hanno chiesto e che hanno ricevuto la stessa risposta, senza però lamentarsi e insinuare come ha fatto il direttore del Corriere”. Insomma, tutti gli altri giornali escono perchè il Corriere ha più iscritti alla CGIL, ma sull’ulteriore minaccia di sciopero Camusso tace. Come anche sui diritti dei lettori del Corriere della Sera. E anche a livello politico, quello di Camusso, sembra un bell’autogol come quelli di Comunardo Niccolai. Togliere di mezzo la copertura del Corriere in una giornata così importante per il sindacato non sembra essere una grande scelta, anche se probabilmente via Solferino avrebbe giocato contro. Ma il ‘bavaglio’, ormai si sa, da quelle parti lo mette solo il governo, dal circolo degli imbavagliatori sembrano non esserci mai magistrati e sindacati, che invece ci sono eccome. E’ infatti assordante anche il silenzio della stessa Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), sempre in prima linea in tema di ‘bavaglio’, questa volta rimane zitta zitta. Purtroppo. Eppure avrebbe tanto da dire, magari raccontando un po’ delle sventure che investono cronisti precari e giornalisti sulla via del licenziamento facile
Sul sito de L’Unità che oggi promuove lo speciale nelle piazze si legge
Sullo sciopero abbiamo letto con grande dispiacere l’editoriale del direttore del Corriere della Sera De Bortoli. Vogliamo dirgli: lo sciopero è un diritto, mai un ricatto
Ma questa volta… ecco che lo sciopero pare trasformarsi in un ricatto. Intanto la manovra cambia ancora pelle, nell’ultima ora rispuntano aumento IVA e super tassa. Intanto Antonio Di Pietro chiede al Presidente della Repubblica Napolitano di sciogliere le camere senza che vi siano le condizioni costituzionali per farlo. E da lui, ‘esperto’ difensore della costituzione, questo non ce lo si aspettava. E poi fa ancora ridere che gli stessi dei condoni, alla carica tutti gli anni per farsi costruire case, impianti e stabilimenti in zone protette, chiedano “punizioni esemplari” per lo sciagurato che ha preso a martellate la fontana di Trevi.
Sembra un circo, e il sottoscritto di certo, non ha la presunzione di non farne parte. E se anche Pigi Battista, dalla sua pagina Facebook intona la litanìa del bavaglio, significa che siamo veramente alla frutta… (lucarinaldi.blogspot.com)