Omicidio stradale

(di Antonella Folgheretti)

Introdurre il reato specifico di omicidio stradale per chi si mette alla guida ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. È il provvedimento che i ministri dell’Intero e della Giustizia, Roberto Maroni e Francesco Nitto Palma, si propongono di portare in uno dei prossimi Consiglio dei ministri, dopo il caso dell’automobilista ubriaco che ha causato la morte di quattro persone sull’A26 ed è in libertà. Maroni l’ha annunciato durante la tradizionale conferenza di Ferragosto, sollevando consensi, ma anche critiche. “La verità è una: in Italia per cercare un po’ di giustizia bisogna sempre fare casino!”. Il commento a Il Velino è dell’avvocato Giuseppe Lipera, del Foro di Catania, patrocinante in Corte Suprema di Cassazione. “Immagino che la Francia, attraverso la sua Ambasciata di piazza Farnese a Roma – afferma Lipera -, con correttezza abbia protestato vivacemente con le nostre massime autorità per il mancato arresto di quel maledetto sciagurato conducente, che, ubriaco e contromano in autostrada, ha ucciso quattro ragazzi francesi. Il governo italiano, per carità sensibile al gravissimo episodio, aveva reagito dicendo adesso istituiamo una nuova norma, l’omicidio stradale, così non capiterà più una cosa del genere. Ma non c’è niente di più sbagliato. Senza ipocrisie, così come quando sbaglia un poliziotto o un medico o chiunque altro, bene avrebbe fatto il Governo a dire con estrema chiarezza: non condividiamo assolutamente e categoricamente l’operato di quel magistrato che non ha disposto l’arresto di quel criminale automobilista”. Lipera aggiunge: “Nel nostro paese quando un magistrato arresta un innocente, e capita troppo spesso, replica dicendo: io ho applicato la legge; parimenti quando non arresta un criminale colto in flagranza, che si è reso responsabile del più grave dei delitti, una strage di innocenti come nel caso di cui ci occupiamo, ti risponde sempre affermando che ha applicato la legge. Ma scusate, a chi prendono in giro?” Il cassazionista sottolinea: “E’ evidente allora che qui qualcosa non funziona davvero”. Quale è quindi il suggerimento? “Posto che da oltre trent’anni indosso la toga e credo di saperne di più dei parlamentari che legiferano e dei ministri che governano, il suggerimento per me è uno solo: abolire immediatamente tutte le leggi penali e processuali e emanare un’unica norma con un solo articolo con scritto semplicemente ‘La Giustizia si amministra col buon senso’. Altro che fare nuove norme incriminatrici! Mi rendo conto che emanata la disposizione che io invoco ne occorrerà subito un’altra che è quella di cambiare immanentemente il sistema di reclutamento dei magistrati, invece di soffermarsi vacuamente sulla vituperata separazione delle carriere. Ebbene, dal 1983, presso il Consiglio Superiore della Magistratura, giace impolverato uno studio comparato sul sistema di reclutamento dei magistrati in Europa, saggio della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova. Or bene, è venuto il momento che qualcuno, e fra questi e per primo il neo Guardasigilli Nitto Palma, se lo vada quantomeno a leggere. La gente è stufa e non ne può più. Posso gridarlo a gran voce quanto sostengo, non essendo aderente ad alcun partito politico e ricordando eufemisticamente che la giustizia non può e non deve essere né di destra né di sinistra. Il Magistrato deve avere immenso equilibrio e agire applicando solo il buon senso. Pertanto così come continuerò a dire no alle manette facili, grande dramma italico, contemporaneamente dico sì all’arresto ed al giudizio immediato, come nel caso di cui stiamo parlando, senza alcuna possibilità di rito abbreviato, quel ‘jolly’, anch’esso made in Italy che il colpevole usa per avere lo sconto di un terzo di pena, di fronte alla certezza della responsabilità ed alla immensa gravità del danno commesso”.