Indagato per voto di scambio? Nominato assessore ai beni confiscati
(di Alessandro Chetta)
Ha sul groppone un’indagine per voto di scambio mafioso-politico. Ma tali credenziali non hanno “pesato” nella scelta del sindaco di Casal di Principe. L’indagato, Angelo Ferraro, è diventato assessore. Lo scandalo non suonerebbe poi così enorme considerando lo stato delle cose della politica italiana. Il problema sono, sarebbero, le deleghe: istruzione (e vabbè) ma poi opere pubbliche e pure beni confiscati alla camorra, che nella cittadina casertana non è esattamente questa sconosciuta. Il sindaco Pasquale Martinelli difende la scelta:«Ognuno risponde di persona davanti alla legge e anche davanti a Dio per la storia personale e non per i rapporti di parentela». Prosegue: «Ho una profonda stima di Ferraro essendo una persona che dedica gran parte della giornata al sociale, occupandosi in particolare delle attività della società di calcio nella quale sono coinvolti 400 ragazzi della scuola calcio e dunque sottraendoli alla strada». Sulla vicenda interviene Luisa Bossa, deputato Pd, componente della Commissione parlamentare antimafia: «Meglio sarebbe stato se non ci fosse stata nessuna chiamata in giunta perché è vero che si risponde di persona dei reati, ma noi politici dobbiamo rispondere ai cittadini. A loro bisogna dare esempi positivi del buon governo. Senza criminalizzare nessuno, è evidente che un sindaco debba stare più attento alle sue scelte perché queste, come sempre, possono essere di esempio alla cittadinanza. È ovvio che trincerarsi dietro la legge, interpretata a proprio uso e consumo, non cancella le responsabilità morali verso la cosa pubblica».