Abusi edilizi in Salento
Si macinano chilometri e chilometri lungo la litoranea salentina. Strade strette e spesso tortuose. Da Otranto, lungo tutta la costa Adriatica, fin giù, a Santa Maria di Leuca. Per poi proseguire verso nord, passando da Gallipoli e Porto Cesareo.
Il Salento, la “terra del sole, del mare e del vento”, cantata dai gruppi di tarantella, e ormai meta turistica d’eccellenza, è una terra da scoprire. Ogni giorno una spiaggia o una scogliera diversa; un paesino dietro l’altro con i suoi segreti e la sua storia. La terra rossa e i campi di ulivi.
Ma non solo. Balza all’occhio anche dell’altro. E non è certo un bel vedere. Il Salento, infatti, è al sesto posto nazionale fra le province del mattone selvaggio. Abusi edilizi a non finire; case costruite solo a metà; scogliere deturpate da abitazioni fatiscenti.
Legambiente ha presentato un dossier, Mare Nostrum, che si occupa degli abusi e degli oltraggi al mare e alle sue coste. L’esito non è piacevole.
Nel comune di Patù, ad esempio, c’è stato il sequestro di 22 villette abusive. O anche a Santa Maria di Leuca sono state sequestrate lussuose abitazioni a pochi metri dal mare, costruite in violazione delle norme di urbanistica e senza il rilascio dei permessi. E ancora Ugento, dove la guardia di finanza di Lecce ha scoperto una villa abusiva di 450 metri quadrati.
Le costruzioni, di anno in anno, aumentano a vista d’occhio. Ma la maggior parte delle volte rimangano incompiute. Mostri di cemento in mezzo ai campi, lungo le coste. Colori grigi ed erbacce che ricoprono i mattoni.
A Porto Cesareo, nel 2009, il comune ha autorizzato la costruzione di un albergo, sul perimetro di un’area naturale protetta e a pochi metri di distanza dalla antica torre di avvistamento di Torre Lapillo, dove il mare è cristallino per davvero. Nonostante la lotta di chi chiedeva l’abbattimento dell’hotel, la struttura è stata comunque portata a termine e l’albergo ha aperto al pubblico. Legambiente ha denunciato che si tratterebbe di “una concessione, in deroga al piano regolatore vigente, che ha permesso di costruire 3,8 metri cubi su un metro quadrato, in poche parole, anziché far costruire 700 metri cubi ne hanno autorizzati la bellezza di 2770”.
La Puglia è la quarta regione in Italia per abusivismo. Le infrazioni accertate nel 2010 sono state 1505, il 13 per cento di quelle nazionali. Sulla costa pugliese, di ben 865 chilometri, quest’anno sono avvenuti 270 sequestri e 535 persone denunciate o arrestate.
Una piaga che deve essere sanata con abbattimenti. Per il turismo del Salento e dell’Italia intera. A nulla servono ipotesi di condono, se non a continuare a costruire a pochi passi dal mare e deturpare costiere che in tanti ci invidiano