Svizzera, uno snodo per la ‘ndrangheta
E’ interessante la sola presenza della ‘Ndrangheta in Svizzera, lo è ancora di piu’ la reazione a questo fenomeno della Confederazione Elvetica.Non è un posto come un altro, il Ticino, i Grigioni, il Vallese: qui i clan non si comportano come nel resto del mondo dove si sono espiantati, come in Spagna o in Portogallo. Hanno imparato ad annullarsi totalmente in favore del capitale, a essere in sintonia con la politica e i responsabili dell’ordine pubblico, e non per connivenza, anzi, per buona condotta.
E’ un paese a sé la Svizzera, capace di isolarsi anche se la geografia l’ha messa al centro di tutto.
Anche l’operazione “Crimine 2”, quella che a Marzo ha spopolato l’hinterland milanese con le sue retate colossali, si è spinta fino al cantone San Gallo, nei luoghi definiti “centro logistico e snodo di transito” dall’Osservatorio sul crimine organizzato di Ginevra.
Tra quelli che fanno affari in Svizzera c’è anche chi non l’ha scelto, Giuseppe Nirta, ad esempio, ha fatto di quel paese la sua prigione dopo che ragazzi del suo clan avevano incominciato a tirare uova marce a quelli di un clan avversario, e poi le uova erano diventati bossoli. I soldi del boss Nirta, come quelli del suo coevo settantaduenne Giovanni Tegano, sono negli hotel, nelle abitazioni di lusso, nell’arte e nei progetti legati al turismo. Della ‘Ndrangheta sono anche grandi quantità di azioni in diverse società quotate alla borsa di Zurigo, così ha scritto l’Osservatorio.
Sei anni fa, la conferenza sul crimine organizzato di Ginevra riunì una ventina di esperti, fra cui alcuni rappresentanti dell’Europol e della commissione parlamentare italiana anti-mafia. Sul programma c’era un punto con scritto “Mafia calabrese o ‘Ndrangheta”, non è passato inosservato, eppure, in molti, ne hanno parlato piu’ come un’occasione che come un problema, dalla bocca di un politico svizzero è uscito: “teniamo tutti presente che alcuni, forse molti, paesi impegnati nella lotta contro il terrorismo ritengono opportuno servirsi dell’aiuto del crimine organizzato”.
E’ una mafia che si fa piu’ complessa, rimanendo dannatamente violenta, la sentiamo di meno perché ci assomiglia sempre di piu’, perchè indossa la normalità. Per un politico svizzero la ‘Ndrangheta è solo un ottimo cliente delle banche, una liquidità che arricchisce l’economia, un aiutino contro i pericoli terroristici, in fondo lì faide e omicidi non ne hanno mai fatte, neppure estorto denaro ad un povero orologiaio.
E’ dannatamente difficile percepire che quella ricchezza prodotta non è loro, che quell’economia gonfiata non ha nessuna intenzione di tradursi in benessere ed emancipazione, che è solo sfruttamento, i soldi non sono per le persone, i soldi sono solo per i soldi, per farne altri, come bestie da riproduzione intensiva.
Dopo la Conferenza incominciano a girare innumerevoli dichiarazioni, una è del massimo esponente dell’Osservatorio, Nicolas Giannakopoulos: «Purtroppo, i buoni progressi fatti durante gli anni Novanta sono andati persi. Oggi ci si concentra poco sul fatto di tradurre in giustizia i colpevoli. Si pensa invece maggiormente a come utilizzare questi gruppi criminali per lottare contro un altro tipo di criminalità. L’attuale orientamento dei governi in ambito di crimine organizzato non è chiaro. Talvolta hanno bisogno e si servono di questi gruppi criminali, altre volte invece li combattono. Questo atteggiamento implica una cattiva gestione del problema e non può che essere un invito ad adottare accordi sottobanco. Ci auguro solo una cosa, di non abituarci.»
(pubblicato da LaVoce2009)
Cara Redazione di Malitalia ( è proprio il caso di dirlo…),
Per giunta è anche terra di rifugio per superlatitanti.
E’ il caso del superlatitante della ‘ndrangheta, Michele Antonio Varano, inserito nell’elenco dei tredici latitanti di maggior spessore stilato dal Ministero dell’Interno.
E’ ricercato dal 2000 per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, contrabbando di tabacchi lavorati esteri, ed altri gravi reati finanziari ed economici.L’11.04.2000 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
Peccato, che dopo essere stato arrestato il 13 Maggio del 2009 a Gandria – Ticino – per una vicenda di contrabbando di sigarette e rinchiuso presso il carcere di Neuchâtel viene rilasciato.
Peccato, che la richiesta esplicita dell’arresto internazionale a fine estradizione in Italia contempli,anche, il reato associativo di tipo mafioso ed associazione a delinquere.In Svizzera il reato di contrabbando esenta, per l’appunto, l’estradizione in altri Paesi.
Peccato, che dopo il primo arresto del 13 Maggio 2009, sia la Polizia di Stato sia la Guardia di Finanza, nella funzione dei loro compiti hanno avuto a che fare con il Varano in operazioni di traffico di droga e contrabbando di sigarette.
Peccato, che pur se la richiesta di estradizione per i due reati associativi, dovrebbe essere automatica, soprattutto, in virtù della collaborazione internazionale tra Stati membri dell’Ue, il Varano Michele Antonio, continua a vivere liberamente nello Stato elvetico ( le due operazioni condotte da Ps e GdiF lo dimostrano), in attesa di essere nuovamente arrestato.
Fino a quando, QUALCUNO non si deciderà a farlo arrivare in Italia…