“Segreti” della casta e comunicazione virale

“Licenziato dopo 15 anni di precariato in quel palazzo, ho deciso di svelare pian piano tutti i segreti della casta”. L’incipit è di quelli forti, da copertina di un giallo che ti viene voglia di leggere partendo dalla fine. E l’argomento è di quelli scottanti, un filone della cronaca particolarmente in voga in queste settimane: l’abisso che separa i cittadini comuni dall’empireo della nostra classe dirigente. Con la promessa di dispensare a puntate informazioni accuratamente documentate da parte di un non meglio specificato “ex-precario” di Montecitorio che, licenziato dopo quindici anni di servizio, ha deciso di spifferare tutto ciò che ha visto e sentito nel palazzo con l’ausilio del mezzo di condivisione per antonomasia, Facebook. Tanto è bastato alla pagina “I segreti della casta di Montecitorio” per ottenere quasi 210 mila contatti in nemmeno due giorni, una diffusione “virale” che non accenna ad arrestarsi. Per ora l’anonimo, che si firma con il criptico pseudonimo di “spiderTruman” ha elargito informazioni, tra le altre cose, sulle modalità di assegnazione dei servizi scorta, che ormai seguirebbero una prassi da “catena di montaggio” quanto a consuetudine e ripetitività, sugli sconti di cui i parlamentari godono riguardo all’acquisto di automobili ed all’uso del cellulare, sulle esorbitanti spese di cancelleria. Tutti dati che indignano, suscitano rabbia tangibile tra gli innumerevoli commenti degli utenti che stanno affollando la bacheca della pagina. C’è chi parla di rivoluzione, chi si vanta di non andare a votare da anni, chi vuole organizzarsi per tradurre il dissenso virtuale in manifestazioni reali. Tutto in attesa della prossima “rivelazione”. Lodevole, per carità, fare informazione, diffondere dati reali, rendere partecipi tutti di usi, costumi e malcostumi dei nostri rappresentanti. Ma tutto questo clamore invita senz’altro ad una riflessione: avevamo bisogno di una precario-spia per saltare dalle nostre comode poltrone e svegliarci?

Del resto queste non sono informazioni “segrete” nel senso stretto del termine, ché altrimenti non sarebbero visibili ad uno delle decine e decine di funzionari che lavorano a Montecitorio. I privilegi spropositati, gli schiaffi alla miseria di cui godono i nostri parlamentari sono stabiliti da leggi messe nero su bianco. E’ noto da tempo che in Italia circolano più di 600 mila auto blu, che i nostri parlamentari guadagnano il doppio di quelli francesi ed il quadruplo di quelli spagnoli, godendo di privilegi che si scontrano spesso con la barriera dell’assurdo e dell’indecente: dal ristorante al barbiere, fino a treni, voli e cinema gratis. Ne hanno già parlato libri di successo come “La casta” di Stella e Rizzo, oppure la pagina “Open Camera” sul sito dei Radicali, che pubblica le spese su collaborazioni e consulenze della Camera dei deputati. Tanto per citare alcuni esempi.

Che ci sia una distanza immensa tra il nostro Paese e la sua classe dirigente è sotto gli occhi di tutti quanti vogliono vedere. Ed è sotto gli occhi di tutti che chi gode di certi privilegi, maggioranza ed opposizione, sta facendo di tutti per restarvi ancorato. Pochi mesi fa si era votato alla Camera, su proposta dell’ IdV, per abolire i vitalizi dopo appena cinque anni di onorato servizio: 22 si e 498 no. Ancor più recente la votazione per l’abolizione delle province, cassata nei fatti dai due principali partiti del nostro paese. Per non parlare dell’ultima finanziaria, che taglia a dritta e manca e rimanda i tagli alla politica alla prossima legislatura. Per dirla alla Rotondi “teniamoci buoni i mille parlamentari, non rompiamogli le palle, se vogliamo arrivare al termine della legislatura”.

Condividiamo, commentiamo, tagghiamo, clicchiamo “mi piace”, quindi. Ma facciamo in modo che la nostra responsabilità di cittadini davanti a questa situazione drammatica (ed è una grande responsabilità) non rimanga virtuale.