Massoni d’Italia

 

(di Roberto Giuristante  di GREENACTION TRANSNATIONAL)

 Dall´elenco dei massoni d´Italia emerge un quadro parziale riguardante anche la ultra  massonica città di Trieste. Parziale in quanto l´elenco non comprende ovviamente le logge coperte che pure prosperano indisturbate. Scorrendo i nomi (oltre 200) qualche dubbio sorge. Possibile che i massoni siano inseriti anche nelle organizzazioni ambientaliste? Tra gli iscritti troviamo infatti Mario Rudoi ex avvocato del WWF Trieste e un Alessandro Giadrossi dipendente dell´Università. L´attuale presidente del WWF Trieste è pure un avvocato, si chiama Alessandro Giadrossi e insegna all´Università di Trieste. Potrebbe essere la stessa persona?

Trieste ha pagato un prezzo pesantissimo a questa sua devozione massonica. Qui le massomafie hanno devastato il territorio e distrutto il futuro di intere generazioni. A Trieste massomafia significa perfetta integrazione tra Stato e anti Stato. Un´integrazione che ha permesso di trasformare la piccola provincia giuliana in una FREE ZONE dell´illegalità. Facendo credere esattamente l´opposto. Dopo avere distrutto il porto e inquinato terra e mare (dal Carso al Golfo di Trieste) la massomafia deve riciclarsi. E diventare “ecologista” per gestire anche gli affari delle bonifiche.

Una massoneria “perbene” quella triestina. Perbene perché controlla in maniera “pulita” la città. Esclusi quindi i fatti di sangue. Gli oppositori, quelli che non accettano le regole “omertose” di questo sistema di potere deviato e ne denunciano le porcherie vengono isolati, emarginati e distrutti economicamente. Comunque in casi estremi non mancano gli utili incidenti. Ma visti i solidi rapporti tra queste pseudo massonerie italiche e i servizi di sicurezza di uno Stato già per conto suo ai limiti della legalità, da queste parti le morti misteriose rimangono tali con alta percentuale di suicidi…

E´ una massoneria talmente insinuata nelle stanze dei bottoni da non dovere temere nulla. Un sistema di potere che vive nell´equilibrio garantito dagli affari sporchi. Si arriva così anche ad improbabili alleanze tra la minoranza slovena e le forze della nazionalista destra italiana. Il caso della TKB, la banca degli sloveni in italia ne è un esempio. La banca (fallita con un buco da 500 miliardi di vecchie lire) era anche l´istituto di fiducia dei servizi segreti italiani per traffici di armi e altro. Ma nessuno ha mai pagato. Perché le indagini dell´autorità giudiziaria contro i potenti da queste parti finiscono stranamente sempre nel nulla. Un´autorità giudiziaria pienamente coinvolta anche nel disastro ambientale scaricato dallo Stato in quest´area di confine (http://www.greenaction-transnational.org/index.php?option=com_content&view=article&id=136:d-come-discariche&catid=36:campagna-inquinamento&Itemid=41).

Benvenuti nella terra della massomafie sataniche. Benvenuti a Trieste.