I superlatitanti di mafia e camorra? Sono a Berlino
(di Alessandro Chetta)
«Potrebbero vivere in Germania» ipotizzano gli artisti. Sono i latitanti più pericolosi della mafie italiane, per ora «intrappolati» in effigie nel poster ideato dal museo Cam di Casoria, opera simbolo della nuova esposizione di scena a Berlino. E l’azzardo – tra l’altro non fantascientifico – circa la fuga degli imprendibili nei lander teutonici rappresenta la nuova provocazione di Antonio Manfredi, vulcanico direttore del museo d’arte contemporanea dell’hinterland napoletano. Dal 13 maggio al 3 giugno il Cam presenta alla Kunsthaus Tacheles di Berlino la nuova mostra dal titolo May be – Cam in Berlin, a cura dello stesso Manfredi, organizzato da Barbara Fragogna e con il sostegno del Goethe Institut di Napoli. Il cordone culturale che lega il Cam con la Germania non è di oggi: all’inizio di febbraio la struttura museale di Casoria, trascurato dalle istituzioni regionali e nazionali, chiese asilo politico alla Merkel.
L’inaugurazione si terrà venerdì 13 alle 19 e domenica 15 in occasione dell’Internationaler Museumstag. «L’evento, come suggerisce il titolo, pone, attraverso un’installazione studiata ad hoc – spiega Manfredi – la provocatoria ipotesi di un’infiltrazione mafiosa in Germania», tra l’altro già messa abilmente in scena nel film Una vita tranquilla con Toni Servillo, che, appunto, veste i panni, di un boss che per sfuggire a vendette e alla polizia apre un ristorante vicino Francoforte. La folla di personaggi è costituita dai 14 latitanti tra mafiosi, camorristi e affiliati alla ‘ndrangheta, come Matteo Messina Denaro, primula rossa di Cosa nostra, e Michele Zagaria, numero uno assoluto del clan dei Casalesi dopo gli arresti di Antonio Iovine detto ‘O Ninno e Mario Caterino soprannominato ‘A botta. Il Cam continua ad operare nel solco della denuncia della malavita organizzata, filtrata attraverso l’ironia dell’arte contemporanea. La precedente installazione era costituita da enormi manifesti 6×3 firmati da Sebastiano Deva e affissi in diversi punti di Napoli su cui campeggiava la scritta «Pena di morte (civile) per i camorristi». Durarono poco. Il sindaco rosetta Iervolino li fece rimuovere in poche ore.
Il percorso della mostra berlinese prosegue attraverso gli scatti, tra gli altri, di Fulvio Di Napoli (una coppia di bambini minaccia una coetanea bendata con una pistola), Monica Biancardi (una donna dal volto coperto da un velo che urla il suo dolore e lo strazio per la morte delle vittime della camorra), il provetto Mario Spada e poi l’icastico Sergio Riccio. Lo spazio della New Gallery della Tacheles, inoltre, si plasma attraverso le opere in mostra per divenire una «Wunderkammer» per l’artista Sebastiano Deva con oggetti, video e foto forniscono notizie sul mondo criminale nella camera delle meraviglie. la trasferta berlinese del Cam sancisce un manifesto, non scritto ma iscritto nei fatti, che sancisce il filone sull’estetica dell’antimafia di cui fa idealmente parte anche l’artista Rosaria Iazzetta che ha lavorato alle Vele di Scampia e ad Ercolano.
I tedeschi di Germania hanno inquadrato la situazione italiana di fronte alla lotta alle mafie, ed alla determinazione delle Forze dell’Ordine nella cattura dei rimanenti 14 superlatitanti.
Infatti, sarebbe grandioso attendersi il repulisti definitivo della lista, in cui figurano,ancora, Capi indiscussi come il superboss Matteo Messina Denaro inserito nell’ elenco dei 10 latitanti più pericolosi del Mondo, il superboss Michele Zagaria il nr.1 del clan dei Casalesi e Condello Domenico superboss della ‘ndrangheta, cugino del Condello detto ” il Supremo”, che devono espiare la pena dell’ergastolo.
Poi rimangono gli altri 11, che tra richiesta di espatrio dalla Svizzera, come nel caso del superlatitante di ‘ndrangheta Varano Michele Antonio, alcuni sono ergastolani, mentre altri, come nel caso di Vito Badalamenti, figlio del Don Tano di Cinisi e dei 100 passi di Peppino Impastato, la pena residua di 7 anni.
Il conteggio della riduzione della lista stilata dal Ministero dell’Interno, si è fermata al 13 Maggio con la cattura del superlatitante Pacilli Giuseppe della Sacra corona unita, e dal 3 Maggio con l’arresto del superlatitante nr.2 dei Casalesi Mario Caterino ad opera degli uomini della Polizia di Stato in cui oggi si celebra il 159° Anno di Fondazione.
Mi attendo da parte,invece, dell’Arma dei Carabinieri, il cui Comandante generale, Generale di corpo d’armata, Leonardo Gallitelli,quello sprono necessario di chi a livello operativo detiene il comando del reparto più in auge della Benemerita: il Reparto operativo speciale nato dalle ceneri del Reparto Antiterrorismo del Generale a tre stelle, Carlo Alberto Dalla Chiesa,nominato Prefetto di Palermo nel 1982.
L’Italia con questa mostra, e dopo la strage di Duisburg, è nuovamente osservata speciale. Non deludiamo chi crede nelle nostre Forze dell’Ordine, nel nostro impegno e nella nostra consapevolezza. Da adesso in poi, vediamo quanti superlatitanti verranno concessi alla Giustizia, e all’Onor di Patria dei nostri Servitori dello Stato a cui il 23 Maggio verranno ricordati i Giudici, Dottor. Giovanni Falcone, Dottor. Paolo Borsellino, Dottoressa Francesca Morvillo e gli uomini delle scorta della Polizia di Stato…