Depuratore Sarno. Un progetto mai terminato

 

(di Marina Bisogno)

Era Ottobre del 2009 quando Bruno Orrico, all’epoca dirigente presso la Regione Campania ed oggi a capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Torre Annunziata, prometteva che per Aprile del 2010 il nuovo depuratore foce Sarno sarebbe entrato in funzione. Ad oggi nulla di fatto. Proprio di recente era stato garantito ai cittadini di Torre Annunziata che per l’estate 2011 il litorale sarebbe ritornato balneabile grazie all’entrata in funzione del collettore cittadino, allacciato all’impianto di depurazione.

 L’Associazione nazionale per la difesa e la tutela degli utenti e dei consumatori (Usicons) in occasione dell’assemblea pubblica organizzata dal gruppo di liberi cittadini “Oplontiamo”, ha ironicamente chiarito che i lavori non saranno ultimanti nemmeno per l’anno prossimo. L’impianto è sotto sequestro della Procura di Torre Annunziata e la ripresa dei lavori per garantire il trattamento dei fanghi di depurazione, appare a detta dell’ Ing Bifulco, esperto in impianto di depurazione ed incaricato direttamente dall’Usicons, una vera bufala per mancanza degli impianti chimici ad hoc. Per ora i collettori che dovrebbero permettere il convoglio delle acque reflue per la depurazione non funzionano, e gli scarichi finiscono direttamente a mare. E all’inerzia è dovuta anche la mancata riapertura del ponte di via Sepolcri di Torre Annunziata, inagibile dal 2006 per permettere l’attacco di un conduttore  all’interno del sistema de depurazione.

L’iter vitae del depuratore copre, ormai, un vasto  arco temporale: il progetto, presentato per la prima volta nel 1978 dalla Regione Campania, a firma di Orrico,  avrebbe dovuto permettere la depurazione delle acque dell’ area sarnese attraverso ben sei collettori. I primi anni di prove tecniche, la cattiva gestione da parte della Consarno, le denunce di irregolarità, fino a quando il Commissario per l’emergenza fiume Sarno non ha provveduto alla consacrazione dell’inquinamento, ordinando nel 2006, in piena emergenza rifiuti, di sversare il percolato in mare . Fu l’operaio Angelo Arpino a denunciare le irregolarità,e  per questo licenziato. Arpino ha ricordato gli olezzi, i capogiri, gli additivi che lui e i suoi colleghi erano costretti ad usare senza sapere cosa stessero trattando.

A questo proposito è intervenuto il professor presso Dipartimento di Strutture, Funzioni e Tecnologie biologiche Angelo Genovese, che ha aspramente criticato la politica delle megaopere che favorisce affaristi e malavita, a discapito della salute pubblica. Carlo Carotenuto, referente dell’Usicons ha invitato i presenti a non abbassare la guardia e ad impegnarsi per la riqualificazione di un’area storicamente bistrattata.