Chiude Current, la libera informazione a portata di mano

“Un’azienda può anche andare in rosso, per fare cultura”. Se questa frase non l’avesse detta Vittorio Sgarbi riferendosi alla sua trasmissione-flop (ancora da capire quale interesse culturale rivestisse), sarebbe quasi condivisibile. Ma qualunque azienda, per definizione, ha il dovere di tenere dei bilanci in attivo, e la regola non deve essere sfuggita ai big boss di Sky Italia, distaccamento italiano del colosso tv di proprietà del signore dei media Rupert Murdoch, che nella persona dell’amministratore Tom Mockridge ha deciso di eliminare dal suo piano di offerta agli abbonati il canale Current Italia, il network internazionale d’informazione indipendente nato dall’idea del giornalista-documentarista-ambientalista-già “vice president”-premio Nobel per la pace Al Gore. Una scelta, sostiene la dirigenza Sky, dettata prettamente da questioni economiche, scaturite da due ragioni: il consistente calo di audience, quantificato nel 40% rispetto al precedente anno, ed un presunto aumento del cachet dell’intera rete tv, addirittura raddoppiato. Un compromesso a cui nessun imprenditore sarebbe disposto a scendere, se non fosse che Current Italia non ci sta a liquidare cosi la questione, e ribadisce con forza che le ragioni della chiusura sono ben altre. E mobilita addirittura Gore, giunto in Italia proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione.

Il primo punto veramente ambiguo riguarda la guerra dei numeri. Il dato diffuso da Sky (meno 40% nel prime time) sarebbe infatti irrimediabilmente “drogato” dagli ascolti straordinari fatti registrare dall’evento Rai per una notte, la puntata speciale di Annozero che fu trasmessa esclusivamente su piattaforma Sky, da Sky Tg 24 e, per l’appunto, da Current, che superò il primo canale ottenendo uno share del 2,50%. Escludendo il dato eccezionale della trasmissione di Santoro, il primo quadrimestre 2011 fa segnare, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un attivo del 15% nel primetime. Un dato che si allarga se si considera il biennio 2009-2011 (più 103%) e che, se prendiamo in considerazione gli ultimi tre anni (dal 2008, anno di nascita del canale) arriva ad un più 270% di share nel daily time ed uno schiacciante più 550% nel prime time. Ogni minuto dell’anno (in media) quasi 3600 abbonati stanno guardando Current, per un totale di 410mila contatti unici giornalieri. In parole povere, Current fa “audience” quanto un quotidiano nazionale. Dati che non appaiono per nulla irreali se pensiamo che Current ha vinto, nel 2010, il premio Hot Bird Tv come miglior canale d’informazione europeo, pari merito niente poco di meno che con BBC World News. Oppure tenendo conto che in poco più di 8 ore l’elemento “salviamo Current” è stato condiviso su Facebook da più di 20mila persone. D’altro canto Current fa sapere di aver chiesto un aumento del fee di 0,02€ per abbonamento, “meno del costo di una nocciolina” per quello che, secondo dati GN Research, è il secondo canale tv (compresi quelli in chiaro) per rapporto con i telespettatori, secondo solo a Fox Crime.

Ma Mr. Gore non ci sta, e considera la cancellazione del “suo” canale tv come una mossa dettata da ragioni prettamente politico-finanziarie. La dirigenza Sky ce l’ha con la linea editoriale di Current, insomma, che fa del suo credo la libertà delle notizie. Non a caso ha firme come Travaglio e Telese. “Dagli Stati Uniti hanno ordinato a Sky di cancellare il nostro canale perché abbiamo appena scritturato un giornalista indipendente molto critico nei confronti di Murdoch”, ha denunciato Gore ieri sera, ospite del salotto di Michele Santoro. Sta parlando di Keith Olbermann, giornalista e conduttore di forte ascendenza liberal che non ha mai lesinato in attacchi al colosso australiano dei media. Ma il premio Nobel ha fatto riferimento, con forza, anche ad un altro aspetto molto controverso della questione.

La dirigenza Murdoch avrebbe deciso di oscurare Current Italia per ingraziarsi Silvio Berlusconi ed il suo entourage governativo al fine di ottenere un trattamento migliore nell’ambito delle trattative di entrata di Sky nel mercato del digitale terrestre italiano. Uno scenario che ha ben poco di incredibile, considerando come Current non abbia assunto negli ultimi tempi posizioni filo-governative. Come chiunque altro oggi in Italia voglia fare libera informazione, anche il canale di Gore è inviso al nostro governo. L’unico dubbio sorge considerando che i rapporti tra Sky e Berlusconi non sono mai stati troppo cordiali, men che meno dopo il 2008, anno in cui il governo varò il raddoppio dell’Iva sugli abbonamenti alle pay-tv. Una mossa decisamente svantaggiosa per il colosso australiano, che accusò subito il nostro Presidente di aver agito in virtù di un palese conflitto di interessi, nonché per 2 milioni e 400mila abbonati. Certo in tre anni ne passa di acqua sotto i ponti. E si sa, tra uomini di affari non è difficile passare sopra alle questioni di principio, specie per salvaguardare un interesse comune. Di sicuro non si può che essere d’accordo con Al Gore quando dice che “per chi racconta la verità, in Italia, non c’è momento più critico di questo”.