Bologna al voto in salsa verde Lega.

Bologna la dotta, la grassa. E la rossa? È un rosso sbiadito ormai quello che distingue quella “vecchia signora dai fianchi un po’ molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli”, cantata da Francesco Guccini.Si avvicinano le elezioni amministrative di questo weekend e la tensione sale, e quel rosso potrebbe sbiadire ancora di più. Alcuni si sfregano le mani, consapevoli di potercela fare non avendo nulla da perdere. Altri, invece, sentono il fiato sul collo e una paura matta di non raggiungere obiettivi che anni fa sarebbero stati ovvi ed aspettati.

 Stiamo parlando della Lega Nord, in tandem con il Pdl, e del Partito Democratico. Manes Bernardini, leghista e candidato del centrodestra, 38 anni, contro Virginio Merola, candidato del centrosinistra, 56 anni.

 Se Pier Luigi Bersani e i suoi uomini sono convinti di farcela al primo turno, Umberto Bossi, arrivato in città la scorsa settimana dopo 14 anni, non è da meno. Ma se per il Pd il ballottaggio potrebbe essere un pericolo, per la Lega Nord si tratterebbe dell’occasione giusta per conquistare la Rossa Bologna. 

Domenica scorsa in piazza Maggiore si sono presentate più di 2000 persone per il senatur, Giulio Tremonti, il più leghista del Pdl, e Manes Bernardini. Sfottò a parte diretti al candidato Merola per il suo cognome meridionale, la serata è stata un evento notevole per il Carroccio. Radunare tante persone in una città che è stata la capitale del Comunismo in Italia e non solo non è impresa da poco. E il Pd trema all’idea di potersi scontrare al ballottaggio con Pdl-Lega, che a quel punto investirebbe ogni minimo sforzo in questa impresa. 

Manes Bernardini, avvocato giovane con la faccia pulita, non è un leghista tipo: toni contenuti, non xenofobi, né intolleranti. Potrebbe piacere anche ad elettori di diverso orientamento politico, stanchi di una città ferma con il commissariamento di Anna Maria Cancellieri, e vogliosi di ripartire. La sua impresa per conquistare la città sembrerebbe essere facilitata proprio dal suo sfidante, quel Virginio Merola salito alle cronache nazionali per le numerose gaffe. A partire dal calcio, quando intervistato dai giornalisti auspicò il ritorno in seria A del Bologna Fc. Peccato però che la squadra sia già da alcuni anni nella massima serie. E poi gli scudetti, quanti ne ha vinti? “Uno” risponde sicuro. Dimenticandosene altri sei. Alcuni giorni fa avrebbe fatto anche di peggio: “Negli anni Settanta fumavo le canne, come tutti”. Frase che ha creato scompiglio tra le fila del Pd e non solo. Ma proprio ieri sera, la serata conclusiva di questa campagna elettorale ha portato in città davanti a diecimila persone il leader del Pd Pier Luigi Bersani, ma soprattutto l’ex Premier Romano Prodi, che galvanizza il pubblico e si riprende una piazza che storicamente appartiene alla sinistra.

 Erano intorno alle 15 mila, invece, le persone accorse nella stessa piazza la settimana scorsa per Beppe Grillo e successivamente per Nichi Vendola. Il Movimento Cinque Stelle punta a superare la soglia del 10 per cento; obiettivo non impossibile per i ragazzi del comico genovese, capitanati da Massimo Bugani, fotografo bolognese, che però non sembra dimostrare troppe conoscenze sulla città (non conosceva il nome di Dossetti, né il percorso del chiacchierato Civis, il tram su gomma). Gli altri contendenti alla carica di sindaco sono il civico Daniele Corticelli, Stefano Aldrovandi (sorretto dal Terzo Polo) e Angelo Maria Carcano, che ha come capolista l’ex fidanzata e segretaria dell’ex sindaco Flavio Delbono, dimessosi per lo scandalo fatto scoppiare proprio da Cinzia Cracchi per le vacanze fatte con soldi della Regione. I loro voti saranno indubbiamente fondamentali per un ballottaggio che farà schierare in città tutte le forze politiche nazionali, da una parte e dall’altra.

Oltre a loro nella corsa ci saranno anche Montella, Terra e Avanzi, rispettivamente de La Destra, Partito Comunista del Lavoratori e Forza Nuova.