A Catanzaro il Salvatore del Pd sfida il potere

Se si vuole capire cosa è la politica a Catanzaro, di quali miracoli è capace, in quante mirabili giravolte sono in grado di prodursi i suoi protagonisti, bisogna armarsi di un sano spirito religioso e assistere alla “Naca”.La processione del venerdì Santo. Vedere la sfilata dei figuranti, dei finti cristi che trascinano pesanti croci di legno per le salite della città trasformate in Golgota, in attesa della “Naca”,la culla, portata a passo lento da possenti vigili del fuoco. Al suo apice un Gesù sanguinante e velato circondato da angioletti che ondeggiano, “annacano”, come si dice da queste parti. Ci vuole pazienza prima di arrivare alla scena clou. Siamo in campagna elettorale, c’è chi va a casa per sempre e chi ritona, poteri che lasciano e poteri che si ricompongono, interessi che ritrovano il loro punto di equilibrio. Il potere quello di sempre, immutabile, antico,vecchio, è qui, pronto a conquistare la prima fila dietro il Cristo velato. Eccolo Michele Traversa, un vecchio arnese della politica. Fra due giorni spegnerà 64 candeline, ma da giovane ha navigato nella destra più estrema. “Boia chi molla e dintorni”, si è ripulito a Fiuggi con fini, ma poi lo ha tradito. E’ stato Presidente della Provincia , dieci anno di Assessore regionale al turismo, infine deputato. Si segna la fronte, stringe mani, si guarda intorno per farsi guardare, ora è candidato a sindaco della città. Lo sostiene tutto il Pdl, un esercito di ex consiglieri comunali del centrosinistra è passato dalla sua parte, con lui ci sono anche i nemici di sempre. Eccolo Pino Soriero, anche lui in processione, anche lui accanto a Traversa. E’ un ex dirigente e deputato del Pci, cinque anni fa passò con di Pietro ma si candidò contro Rosario Olivo, il sindaco scelto dal centrosinistra, il quale Olivo,però, era  appoggiato anche da Alleanza Nazionale e dagli scissionisti di Forza Italia. Miracolo della politica catanzarese, col centrosinistra c’era anche Michele Traversa, l’ex fascista. “Da 45 anni sono schierato a destra , e questa sarà la prima volta che appoggio la sinistra”, disse alle telecamere di Riccardo Iacona. Perché cinque anni fa la destra votò a sinistra? Perché, risposero in coro Traversa e compagni, dall’altra parte c’è un comitato d’affari che vuole mettere le mani sulla città.

Dall’altra parte con Franco Cimino, si era schierato anche Domenico Tallini,Mimmo, anche lui ex missino duro e puro, ma in quella occasione mastelliano doc. Ora Mimmo ha fatto carriera, è tronato nel Pdl ed è diventato assessore regionale al personale con Scopelliti.  I vecchi rancori sono stati accantonati, anche lui è in processione. Ex comunisti, ex fascisti, ex mastelliani, tutti “annacano” accanto a Michele Traversa. “Ora lo capisci perché ho fatto questa scelta? Per combattere questo schifo. Il trasformismo, il vecchio potere che si mangia tutto, i partiti come agenzie d’affari, sistemi familiari”. Salvatore Scalzo è l’alternativa, il candidato a sindaco di quello che rimane del centrosinistra e del Pd. Ventisette anni, una laurea in scienze politiche e relazioni internazionali, vari master, la passione per il canto lirico (con diploma al Conservatorio di Santa Cecilia) e un lavoro invidiabile a Bruxelles, alla commissione europea.

Ci incontriamo nel suo comitato elettorale, due stanze spartane, una miseria  da spendere in spot e manifesri, ma tantissimi ragazzi e ragazze. Salvatore è stato  scelto da un Pd che in Calabria è alla frutta. I grandi capatz del partito sono andati via (a Reggio Peppe Bova, a Cosenza Nicola Adamo, a Catanzaro Agazio Loiero, ora alla ricerca di nuove sponde al centro). Qui il partito ha deciso di puntare tutto su Salvatore Scalzo e i suoi amici di “Ulixes”, un’associazione di universitari che in questi anni ha sostenuto De Magistris quando le sue inchieste squassavano il sistema di potere, le varie esperienze dell’antimafia e soprattutto fatto battaglie per la trasparenza quando al governo della regione c’era il centrosinistra. “Ho deciso di mettere in gioco il mio presente e il mio futuro– dice Salvatore- potevo starmene tranquillo a Bruxelles e continuare la mia carriera, ma ho scelto di battermi per la mia città. Qui tutti parlano dei giovani che scappano dal Sud, ma nessuno , in primo luogo il vecchio sistema di potere,vuole che tornino davvero. Possiamo farlo, certo, ma alle loro condizioni, quando decidiamo di diventare protagonisti della nostra vita e del futuro della nostra terra, allora non andiamo più bene, siamo presuntuosi, ragazzini, abbiamo strane idee in testa. Ecco, questo mi dicono i  miei avversari”.

Anche Salvatore è alla “naca”, ma non in processione, con i politici, ma sul marciapiede, tra la gente che gli stringe le mani, vecchiette che lo accarezzano, uomini adulti incuriositi da questo ragazzo dalla faccia pulita e dalle idee chiare. “Io sono qui , le cinque liste che mi sostengono sono fatte da giovani e da uomini e donne perbene. Noi siamo la speranza ora tocca a Catanzaro raccoglierla.” Lo appoggiano anche Idv,SEL, oltre ad alcune liste civiche. Lo guardi, salvatore, poi fissi lo sguardo sulla processione e su quel potere calabrese  vecchio e immutabile, trasformista incompetente, e sei combattuto tra la voglia di dirgli “ma chi te lo fa fare” e il desiderio di stringergli forte la mano.

 

(pubblicato su Il Fatto Quotidiano del  24 aprile 2011)