“Incenerire i rifiuti? No Grazie!”
(di Marina Bisogno)
Gianluca Ferrara, fondatore della casa editrice Edizioni Creativa di Torre del Greco, è autore di un testo di denuncia e di informazione in cui affronta l’atavico problema dello smaltimento dei rifiuti.
Ferrara denuncia la pericolosità dei termovalorizzatori, la mancanza d’informazione e la manipolazione del sistema di smaltimento da parte della classe politica. Il testo svela che è il sistema economico attuale, con la malsana idea che tutto può essere usato, scartato e bruciato, ad incentivare la cultura del termovalorizzatore. Gli impianti costruiti per incenerire i rifiuti producono polveri dannose per la salute umana, così piccole che non possono essere filtrate dal naso e dai bronchioli; anzi, possono penetrare in profondità, nei polmoni, tanto da poter attraversare la parete cellulare.Gli inceneritori, oltre alle polveri, generano metalli pesanti come piombo, mercurio, arsenico e cadmio, altamente nocivi per la salute.Tra l’altro questi velenosi giganti non riducono i rifiuti ma li trasformano semplicemente. Le ceneri prodotte andrebbero depositate in discariche speciali i cui costi superano dieci volte quelli delle discariche tradizionali. Il danno generato dall’incauta ed illegale gestione di queste ceneri è immane, venendo così violato il diritto alla salute enunciato nel nostro testo costituzionale. Non esiste nemmeno una convenienza economica, infatti il trasporto, la pressatura dei rifiuti e l’essiccatura richiedono più energia di quella determinata dalla loro combustione. Ma, e qui sembra il maggior paradosso, l’energia prodotta dai cosiddetti termovalorizzatori viene venduta all’Enel ad un prezzo di circa il triplo di quello medio stabilito dal mercato. Il dato più sconvolgente è che questo è possibile grazie al pagamento da parte dei contribuenti Enel della Cip6, (Comitato interministeriale prezzi n.6 del mese di aprile 1992, che stabiliva i prezzi con i quali i privati potevano vendere all’Enel energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile o assimilata).
Alcune città americane quali San Diego, Philadelphia e Boston hanno abolito la costruzione di termovalorizzatori, e in Europa alcuni paesi stanno puntando sull’energia eolica e sul riutilizzo. Solo la raccolta differenziata porta a porta, il trattamento a freddo e il riciclaggio condurrebbero ad un sistema di “Rifiuti zero”. L’emergenza è una questione italiana e non solo campana, figlia del malgoverno, destinata a schiacciarci almeno fin quando governanti e governati non opteranno per un diverso regime di vita, fatto di essenzialità e coscienza critica.