L’Australia è terra di conquista per la ndrangheta
Mister Tony Vallelonga è uno che ce l’ha fatta. Partì da Nardodipace, un buco di boschi e povertà sulle erre Vibonesi,, alla volta dell’Australia, con la valigia di cartone e quattro soldi in tasca. E sfondò. Si sistemò a Stirling, un sobborgo di Perth, la capitale del Western Australia, lavorò duro fino fino a diventare sindaco della città, sempre supervotato, in sella per otto anni.
Lo amavano tutti, elettori e autorità, gli italiani di origine calabrese (settemila secondo l’ultimo censimento dell’Australian bureau of statistics) e gli australiani purosangue, che nel 2002 lo insignirono dell’altissima onorificenza del Meritorious service awards. Eppure Toni aveva due preoccupazioni, la prima i giornali di perth e dintorni che lo accusavano di essere un mafioso, la seconda alcuni “compari” che volevano mettere in discussione equilibri e poteri di ‘ndrangheta sulla sponda oceanica. Per questo Tony scende in calabria nel 2009, va a Siderno e si fa portare nella lavanderia “Ape Green”, in pratica il quartier generale della ‘ndrangheta della zona jonica calabrese. “C’è questo amico che è venuto dall’Australia e vi vuole parlare”, lo presenta un picciotto. “Entrate compare”, risponde affabile Giuseppe Commisso., il “mastro”, capo della famiglia più potente dell’area. “Piacere, Tony Vallelonga”, l’”australiano” rompe il ghiaccio e racconta le sue grane con la stampa. “Compare, ho vinto le elezioni con l’85% dei voti e questi cornuti hanno scritto che faccio parte della mafia”. “Bastardi”, commenta “il Mastro”. “Ma io – continua Tony- non so nenanche che significa la parola mafia, io rispetto la gente”. Commisso annuisce, anche in Australia come in Italia, certi giornalisti sembrano prenderci gusto a parlare male dei “compari”. Ma Tony Vallelonga ha varcato gli oceani per affrontare anche un’altra questione. C’è qualcuno laggiù nella terra dei canguri che si sta muovendo male. Un emissario è atterrato in Calabria e contatta i capi dei diversi “locali”. Tony è gentile ma perentorio :”se qualcuno ha intensione di dare qualcosa deve venire dal rango nostro”. Il linguaggio è criptico ( i boss hanno una loro “parlata” particolare). Tradotto in Australia non c’è posto per altri. Commisso capisce, Tony Vallelonga lo rassicura “ve lo giuro, compare, o sono un uomo di pace”.
La figura di questo politico- mafioso nato in Calabria e radicatosi in Australia è al centro dell’ultima operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di reggio Calabria, diretta dal procuratore Giuseppe Pignatone, ed è il frutto di indagini della Polizia di Stato e del Ros dei carabinieri. Anche dopo la strage di Duisburg la ‘ndrangheta non ha allentato i suoi rapporti con la Germania. In un bar di Singen gli 007 dell’antimafia ( all’operazione ha partecipato anche la polizia tedesca) intercettano una cerimonia di affiliazione. “Io battezzo questa località come l’hanno battezzata i nostri tre cavalieri di Spagna”. Tutto uguale ad Africo come a Francoforte, negli anni Duemila come nell’Ottocento. Stessi rituali, stessa voglia di conquistare il mondo.
(pubblicato su Il Fatto Quotidiano de il 9 marzo 2011)