Il Cavaliere lascia la Dotta
Mentre le amministrative si avvicinano, la tensione tra i partiti che non sono ancora riusciti a trovare un candidato sale giorno dopo giorno. Perché il prossimo appuntamento elettorale non è, infatti, esclusivamente il momento in cui una forza politica può radicarsi su un territorio. Il risultato delle urne è destinato a diventare anche il termometro sull’operato del governo e dell’opposizione. Su questo fronte, il centrodestra italiano sta vivendo un momento di caos. Nelle maggiori città italiane che dovranno cambiare sindaco, da Trieste a Napoli, passando per Milano e Bologna, il Pdl non ha ancora una strategia chiara e, soprattutto, non ha candidati certi.
Sotto le Due torri, per esempio, i nodi da sciogliere sono ancora moltissimi. Lega Nord e Popolo della Libertà non riescono a trovare un nome da far correre che vada bene a tutti, e i due partiti sembrano sempre più in rottura. «Andare spaccati vuol dire regalare la città a Virginio Merola». È intorno a questa frase del deputato Udc, Gian Luca Galletti, che ruota la scelta di un candidato a sindaco del centrodestra a Bologna. E se l’Udc, insieme a Fli e all’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, ha deciso di appoggiare il civico ed ex amministratore delegato di Hera, Stefano Aldrovandi, il Pdl si guarda intorno disperatamente.
La Lega, invece, un nome lo ha. È Manes Bernardini, consigliere regionale, che continua senza troppi patemi, a preparare la sua lista e la campagna elettorale. Sono diversi i cartelloni pubblicitari presenti nelle vie della città marchiati Carroccio, già criticati dal centrosinistra come xenofobi. Ma il Pdl locale, al momento, sembra non voler appoggiare il candidato leghista. Si attende una decisione dall’alto. Sui giornali felsinei ogni giorni vengono prospettati, tra voci e smentite, incontri tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi che avrebbero l’obiettivo di riuscire a trovare un accordo. Ma, visti anche gli impegni e le preoccupazioni di natura internazionale e giudiziaria del premier, i due alleati non stanno giungendo ad alcun risultato.
Il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Berselli, non immaginava di certo di trovarsi in una situazione del genere. A causa dello statuto locale, le mani del deputato sono legate, «altrimenti avremmo deciso da un mese», ha fatto sapere. E così Bologna per il Pdl pare già persa nonostante l’evidente crisi del Partito democratico dopo lo scandalo che ha costretto a dimettersi l’ex sindaco Flavio Delbono.
Dopo aver bruciato i primi due candidati, Giancarlo Mazzuca e Giuliano Cazzola, il partito di Berlusconi ha provato a corteggiare l’attuale commissario prefettizio Anna Maria Cancellieri, che dopo un’indecisione iniziale, ha declinato l’invito, con il dispiacere di tanti cittadini. Un “briscolone”, come dicono in città, che avrebbe certamente ribaltato ogni pronostico e aspettativa.
E l’interesse dei vertici di Roma nei confronti della Dotta sembra ormai scemato definitivamente.
Ora sono diverse le carte sul tavolo per il Popolo della Libertà, anche se non sono vincenti come la Cancellieri. Le ipotesi sono o un accordo con Bernardini e il conseguente appoggio con una lista del Pdl; oppure una lista separata della Lega col Pdl che appoggia il civico Aldrovandi, scelto anche dal politologo Paolo Pombeni e dal leader di Intermedia Giovanni Consorte. La decisione deve e dovrebbe arrivare in fretta, con l’indicazione della via da seguire segnata dalle stanze di Roma. La lista Pdl sembrerebbe essere già pronta, ma per raccogliere le firme bisogna avere un candidato a sindaco; il nome non c’è ancora e il termine finale per presentare il tutto è il 14 aprile.
In via Rivani, invece, sede del Pd a Bologna, arrivano buone notizie, anche se i democratici non rinunciano mai a mettersi i bastoni tra le ruote. Il candidato del centrosinistra, Virginio Merola, il 25 marzo ha commesso una gaffes calcistica: «Spero che il Bologna vada in serie A», scatenando le ire dei tifosi rossoblu, visto che la squadra di casa lotta nella massima serie da qualche anno. Ma il politico starebbe comunque raccogliendo molti consensi in città. La strada verso la conquista del Comune sarebbe facilitata anche grazie all’appoggio Amelia Frascaroli, sorretta da Sel.
Ma il Pd, dicono i maligni, potrebbe vincere per mancanza dell’avversario.