«Pena di morte per i camorristi»

(di Alessandro Chetta)

Iervolino: poster incostituzionaliManifesti di un artista affissi dalla società del Comune
Ma il sindaco ne ordina subito la rimozione
NAPOLI – Un teschio rimarca il senso del macabro slogan, o come dicono i pubblicitari, il «claim»: «Pena di morte per i camorristi» si legge sui manifesti affissi stamattina, alle 9, al Vomero e in altre zone di Napoli . E poi: «Proposta di legge. Firma anche tu». Un asterisco specifica: «morte civile»
Napoli come il Texas? Non proprio. La suddetta «proposta di legge» non esiste, va diluita nella provocazione artistica di Sebastiano Deva e del museo Cam di Casoria. L’azione però è piaciuta molto poco a Rosetta Iervolino che reputa «incostituzionale» il messaggio lanciato dai poster e dunque, dice il sindaco, illegale. Ergo: il primo cittadino ne ha ordinato l’immediata defissione. I manifesti, sistemati regolarmente dalla Elpis concessionaria comunale, saranno quindi coperti con la banda bianca contrassegnata dallo stemma di Palazzo San Giacomo.
«MESSAGGIO SBAGLIATO» – In calce al megaposter compare il sito www.farwest.eu ovvero la mostra curata da Antonio Manfredi direttore del sito museale diventato famoso per la richiesta di asilo culturale alla Germania. Certo, per chi non conosce il retroscena situazionista, e il nome della mostra, l’impatto di quei manifesti è forte. «Anticostituzionale», anche secondo il vicesindaco di Napoli Tino Santangelo. «Nessuno dalla Elpis ci ha avvertito della cosa – spiega al Corriere – La pena di morte non è contemplata dal nostro ordinamento. L’avessimo saputo non l’avremmo mai permesso». Ma si tratta di una provocazione artistica…«Sì ma che capiscono solo gli artisti. Il messaggio lanciato ai cittadini nudo e crudo non è interpretabile se non in un senso. Perciò provvederemo a rimuoverli».

IL DIRETTORE MANFREDI: «SCONCERTATI» – «Resto sconcertato per la reazione del sindaco Iervolino – commenta a caldo Antonio Manfedi – È la prima volta che il Cam subisce una censura per un’opera d’arte, anche se in questo caso si tratta di un’azione artistica che si sviluppa al di fuori delle mura del museo. Il linguaggio usato è indubbiamente forte ma lo è di più il problema della camorra a Napoli. Nella consapevolezza dell’incostituzionalità della proposta di legge lanciata con i manifesti, l’obiettivo del Cam è stato proprio quello di scuotere le coscienze. L’affermazione della non comprensibilità di questo messaggio mi sembra assurda. La specifica di morte civile è chiara ed è certamente accessibile al cittadino comune che ne percepisce la provocazione artistica. Nonostante l’inaudita censura, uno dei manifesti -conclude Manfredi – sarà esposto nelle sale del museo Cam insieme alle altre opere d’arte della mostra Far West, che verrà inaugurata il 19 marzo».
LA MOSTRA FAR WEST – «Far West Act» è infatti il titolo del progetto artistico di Sebastiano Deva correlato all’esposizione. Da oggi – in concomitanza con l’affissione dei manifesti al centro delle polemicgje – è online www.far-west.eu con i contenuti della mostra del Cam. Durante il vernissage sarà anche visibile la proposta di modifica alla norma costituzionale.
I VERDI: SOLIDARIETA’ AL CAM – «Assoluta e piena solidarietà al Museo Cam – dichiarano il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il presidente provinciale di Napoli Carlo Ceparano – e alla sua provocazione sulla “Pena di Morte per i camorristi”. Una provocazione che però affronta di faccia la camorra ed i camorristi. Certo è che se esistesse una legge del genere il 10% degli abitanti di Napoli e provincia sarebbero subito giustiziati e anche tanti politici che in queste ore coprono le nostre città di manifesti elettorali abusivi. Rimuovere quel manifesto è un errore politico ed anche una inutile censura artistica. Chiediamo pubblicamente all’ autore di Gomorra Roberto Saviano di intervenire in difesa degli autori della provocazione e del Museo Cam»
(pubblicato su ilcorrieredelmezzogiorno.it il 15.03.2011)