Mafia speaks English

Al centro il Prof. Ruggiero
Con un fatturato annuo di 170 miliardi di Euro non è un mistero che la Mafia sia ormai un influente investitore globale, specialmente nella finanza Europea.
Per la prima volta, però, questo tema è stato affrontato a due passi dal nuovo epicentro finanziario del riciclaggio e il punto di partenza da dove esportare gli interessi economici in tutto il continente: la City di Londra.
In un convegno intitolato “The City of Mafia: Finance and Criminal Organisations Connections”, organizzato da Sinistra Ecologia e Libertà London, tenutosi mercoledì scorso alla SOAS University, si è parlato di come, all’ombra dei grattacieli del Regno, i proventi illeciti entrino nella finanza che conta sotto forma di hedge funds, o vengano reinvestiti nel settore edile, energetico o altro ancora.
A onor del vero, la presenza della Mafia nel Regno Unito non è una novità; il settore della ristorazione, dei locali e quello delle scommesse sono già da tempo territorio fertile per Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta.
Già nel dicembre 2009 l’Observer denunciò in un articolo intitolato British Connection, Italian Mafia funds UK good for doing business, la presenza di numerose attività commerciali gestite dalle famiglie mafiose, citando la società londinese di scommesse Paradise Bet Ltd, alla quale fu sospesa la licenza dopo che venne coinvolta in un’inchiesta sulla famiglia barese di Savino Parisi.
Ma ciò che è emerso al convegno organizzato dai ragazzi di SEL Londra è un’immagine lontana dagli stereotipi del classico insediamento mafioso all’estero, è un ritratto di una nuova forma di organizzazione criminale, capace di insediarsi e condizionare i salotti dell’alta finanza continentali.
Per farlo la Mafia ha cambia il pelo, ma non il vizio. In uno scenario globalizzato come quello Londinese, dei due aspetti principali che hanno caratterizzato la Mafia nell’ultimo secolo – il controllo del territorio e il monopolio della violenza – non rimane nulla, al loro posto viene sfruttato un mezzo più sottile e occulto: il fare mafioso.
Quello a cui si assiste è “un processo di mutua promozione tra il crimine organizzato e l’economia ufficiale nel Regno Unito, in un preciso scambio di servizi,” afferma il professor Vincenzo Ruggiero, sociologo e co-direttore del Crime and Conflict Centre alla Middelsex University, ospite dell’incontro.
Da una parte l’imprenditore mette sul piatto un modo veloce per riciclare denaro e realizzare proficui investimenti, dall’altro la Mafia offre la sua disponibilità a fare altri tipi di servizi, come l’ottenere concessioni edilizie, fornire autorizzazioni per parchi eolici, trasportare rifiuti tossici in Romania o armi nel continente nero.
Uno “scambio di favori” internazionale che smuove centinaia di milioni di Euro ogni anno.
Come se non bastasse, in questa commistione d’intenti e interessi, si assiste ormai da qualche tempo ad un capovolgimento di ruoli, “non è più l’organizzazione criminale a convincere esponenti rispettabili dell’alta finanza a realizzare proventi illeciti, viceversa, è l’imprenditore a dire al mafioso come diventare un criminale finanziario,” afferma Ruggiero.
Tutto ciò, come al solito, avviene grazie al drammatico ritardo delle istituzioni, questa volta Europee, nel monitorare questo fenomeno.
Enrico Incisa, uno dei portavoce di Flare Network presenti al dibattito, pone l’accento su fatto che “l’attenzione delle istituzioni europee si è focalizzata su questo problema solo nel 2009, con l’entrata in vigore del programma di Stoccolma,” un vasto programma sulla sicurezza nell’Unione Europea in cui venne inserita la priorità politica di combattere la criminalità organizzata grazie ad una maggiore cooperazione internazionale in materia di applicazione delle leggi.
“I governi Europei – continua Incisa – si stanno rendendo conto solo ora che le organizzazioni criminali stanno condizionando non solo la nostra vita quotidiana ma persino gli equilibri del libero mercato, come sta succedendo in Germania, nel mercato immobiliare, notoriamente in mano alle ‘ndrine Calabresi.”
Un ritardo forse causato dalla mancanza di una Polizia Europea, voluta da molti e temuta da altri, o dalla incapacità di esplorare i confini tra economia lecita ed illecita, sta di fatto che a grappoli negli ultimi anni si sono avuti casi di frodi internazionali a vantaggio della criminalità organizzata.
Un esempio eclatante, citato durante l’incontro da Ignazio Passalacqua, Consigliere Provinciale della provincia di Trapani ed esponente di Sinistra Ecologia e Libertà in Marsala, è stato il caso che coinvolse il cosiddetto “Signore del Vento”, Vito Nicastri.
Allora venne a galla una truffa resa possibile grazie alla mobilitazione di capitali in mezza Europa, comprese banche del Regno Unito. Ma anche un preciso disegno volto a sfruttare carenze legislative da una parte e ingenti sussidi statali dall’altra.
Società con sede nel Regno Unito, in Spagna, Olanda e via dicendo, facevano gli interessi di Messina Denaro e compagni, in cambio di autorizzazioni facili e investimenti che nel lungo periodo erano destinati a fruttare milioni di Euro.
In quell’occasione Roberto Scarpinato, procuratore generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta, intervenendo ai microfoni della BBC per commentare il maxisequestro dello scorso settembre, sottolineò come la truffa miliardaria fosse stata portata avanti da una lobby finanziaria internazionale, che agì secondo un preciso metodo mafioso, e che nella quale la Mafia, per come la conosciamo, non era che un anello di una catena che intrecciava istituzioni e membri dell’alta finanza.
Ecco la faccia della nuova Mafia, professionisti capaci di trovare interlocutori internazionali con cui estendere i propri interessi, sempre più simile ad una multinazionale senza scrupoli.
The City of Mafia: Finance and Criminal Organizations Connections, promosso da Sinistra Ecologia e Libertà London.
Presso la Khalilli Lecture Theatre, della School of Oriental and African Studies, University of London
Ospiti: Prof. Vincenzo Ruggiero, Director del Crime and Conflict Centre at Middlesex University, Lorenzo Bodlero, responsabile della comunicazione di FLARE (Freedom, Legality and Rights in Europe), Enrico Incisa, responsabile delle ricerche di FLARE, Federico Ippoliti, esperto di anti-mafia e Ignazio Passalacqua, rappresentante di SEL di Marsala.
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