Ratti e gabbiani, Napoli rischia

Napoli 2010, la monnezza porta infezioni e malattie gravi. Napoli 1973, la città devastata dal colera. Epoche diverse ma il rischio di precipitare in una situazione da terzo mondo è lo stesso. Le montagne di rifiuti che da settimane invadono le strade della città, possono provocare una diffusione incontrollata di malattie. Siamo di fronte al pericolo di disastro ambientale e sanitario ampiamente annunciato. E’ l’allarme che il senatore Ignazio Marino lancia in una dettagliata interrogazione parlamentare al governo firmata da 106 senatori del Partito democratico. Tremila tonnellate di rifiuti sparsi per le strade della città, 8 mila nei paesi della cintura metropolitana. “Il quadro che si presenta ai nostri occhi- scrive il professor Marino-è quello di un incontestabile allarme igienico sanitario, di fronte al quale non sono comprensibili le confortanti affermazioni del governo sull’inesistenza di rischi imminenti per la salute o le rassicurazioni sulla soluzione del problema dei rifiuti prodotti o fatti giungere illecitamente in Campania da altri territori”.Ancora ieri la pioggia non si è fermata un attimo a Napoli. I sacchi della monnezza invadono strade, collinette intere di rifiuti stazionano davanti ai grossi palazzi della periferia, nelle strade del centro, Via Toledo, Via Roma, i vicoli dei Quartieri Spagnoli, i cumuli di spazzatura fermi da giorni sono preda degli assalti di topi e cani randagi. “E’ evidente e difficile da smentire l’aumento del rischio di diffusione di malattie che possono svilupparsi proprio in situazioni come quella che oggi vive Napoli e il territorio campano. Marino, uomo di medicina poco incline agli allarmismi inutili, paventa una serie di pericoli imminenti. Epatiti A, dermatiti, patologie respiratorie per la diffusione nell’aria di polveri sottili. I cumuli di monnezza sono aggrediti da gabbiani e colombi, i sacchetti sventrati da cani e topi alla ricerca di cibo.
E “ se topi e ratti trovano un ambiente favorevole e privo di rischi, possono ampliare notevolmente e rapidamente la loro popolazione, provocando danni ingenti alle strutture e alle derrate alimentari, aumentando la possibilità di trasmissione e diffusione di microrganismi patogeni per l’uomo e per gli animali domestici (zoonosi murine, la cui trasmissione può avvenire direttamente o tramite le pulci ectoparassite) e trasmettendo il colera, il tifo murino e la salmonellosi. Il 14% dei ratti trasmette la leptospirosi, il 35% è vettore del toxoplasma e ben il 67% è portatore di Cryptosporium. Alcune delle malattie trasmesse da topi e ratti possono essere letali”. E’ la “peste di Napoli” degli anni Duemila, provocata da anni di fallimenti e sprechi nella gestione del ciclo dei rifiuti. Una situazione insostenibile che allarma i napoletani. Nelle farmacie la vendita di mascherine per coprirsi la bocca è aumentata del 30%, la gente gira con spray e gel disinfettanti in tasca. Ormai le scene di bambini con lo zainetto e il volto coperto mentre entrano a scuola, sono la consuetudine. Marino chiede al governo “quali concreti, urgenti e non più differibili interventi intenda adottare, anche sotto il profilo sanitario, affinchè le strade di Napoli e i territori oggetto dell’emergenza rifiuti siano finalmente ripuliti dall’enorme quantità di rifiuti che stanno letteralmente sovrastando e soffocando il capoluogo e il suo hinterland; se il governo non ritenga che sia il momento per adottare, oltre alle indifferibili misure congiunturali,interventi di carattere strutturale al fine di prevenire e di evitare ulteriori inaccettabili emergenze ambientali, situazioni di intollerabile disagio per i cittadini di Napoli e della Campania, nonché un a condizione di degrado umiliante e indecorsoper l’immagine di Napoli e dell’Italia nel mondo”. Nei giorni scorsi Maria Triassi e Andrea Simonetti, due medici membri della società di igiene,avevano lanciato un primo allarme: “occorrono interventi immediati, il pericolo igienico sanitario può trasformarsi in un rischio serio per la salute dei cittadini”.
Il Presidente dell’Ordine dei medici, Gabriele Peperoni, pochi giorni fa ha organizzato una riunione di epidemiologi, responsabili delle ASL e dirigenti regionali. “Nell’emergenza rifiuti di due anni fa ci fu un’attenzione particolare alla salute dei cittadini. Ora non c’è un progetto, non esiste una regia unica. Intervistato da Il mattino mercoledì scorso, il Ministro della salute Ferruccio Fazio, ha però minimizzato “Non esistono rischi immediati per la salute, non c’è aumento di germi nell’aria che si respira intorno ai rifiuti”. Sui tumori in aumento, soprattutto a Pianura e Chiaiano, le due zone urbane interessate da mega-discariche,il ministro ammette “le patologie sono in lieve crescita, ma vanno considerate altre cause come lo smog, il fumo e gli insediamenti industriali”.