Io presidente antiusura in mano agli usurai
(di Frediano Manzi Presidente di S.O.S. Racket e Usura)
Arriva il momento in cui alcune verità vanno raccontate superando la vergogna e l’imbarazzo. Ecco la storia di chi per 18 anni ha diretto una delle più importanti associazioni antiusura in Italia, facendo della lotta alla criminalità organizzata uno stile di vita. La mia è una storia come tante altre. E’ la storia di un imprenditore che finisce in mano agli usurai per salvare la propria azienda. Come me, ogni anno 200.000 imprenditori in tutta Italia, sono costretti a rivolgersi agli strozzini. Come tutte le imprese che negli ultimi due anni stanno subendo la crisi, anche l’azienda di famiglia che io dirigo si è trovata un anno fa in un momento difficilissimo. “Grazie” alla mediazione di un funzionario di banca, sono finito in mano agli usurai. Non ci sono minacce, né intimidazioni. In questa storia, l’usura è portata avanti da colletti bianchi, persone che ricoprendo un ruolo finanziario primario, erano a conoscenza delle difficoltà della mia azienda.
Così, un anno fa mi furono prestati 20mila euro, restituiti in due mesi al tasso di interesse del 20% ogni 12 mesi. Ho dovuto fare regalie di ogni tipo ai vari funzionari di banca perché mi concedessero altro tempo. A luglio di quest’ anno ho avuto ancora bisogno di denaro: per 4mila euro chiesti, in un mese ne ho dovuti restituire 5mila con un tasso di interesse del 240% l’anno. E poi ancora ad agosto: a fronte di 4mila euro presi, ho restituito 7mila a fine ottobre sempre con un tasso del 240%. Fin qui la storia, il dramma e la vergogna. Una storia che ho interamente videoregistrato in tutti i suoi passaggi, dall’ incontro con il direttore di banca, il primo a mettermi in contatto con l’usuraio. L’usuraio che mi consegna i soldi, io stesso che emetto gli assegni. Questo video non verrà mai divulgato da me, né lo userò per fare denuncia. La storia avevo però il diritto morale di raccontarla. Ecco perchè mi sono dimesso da presidente dell’associazione “S.o.s racket e usura”. Non ero più credibile nel ruolo che ho ricoperto per 18 anni: convincere e spronare le centinaia di vittime che ogni mese si rivolgono alla mia associazione a denunciare quanto accade loro.
Io ora ho finito di pagare i miei usurai. Il 4 novembre di quest’anno sono stato invitato alla Commissione affari istituzionali della Regione Lombardia per un’audizione. Volevano che esprimessi il mio parere su una legge in materia di usura in Lombardia che dovrebbe essere approvata. In quella sede ho ripetuto quello che sostengo da 18 anni: in Italia non c’è alcuna volontà politica e istituzionale di combattere seriamente questo fenomeno. Le persone non denunciano perchè non hanno più fiducia nelle istituzioni. Non denunciano perchè passano anni prima di riuscire ad accedere ai fondi messi a disposizione. Non denunciano perchè chi non ha la partita Iva non può accedere al fondo. Non denunciano perchè non hanno i soldi per pagarsi gli avvocati. Non denunciano perchè quei pochi che lo fanno, sono lasciati soli. Intanto sono nate un gran numero di associazioni antiusura che beneficiano di milioni di euro l’anno e che si possono permettere di organizzare (sabato prossimo a Roma in un lussuoso hotel) un cocktail party. Nel frattempo le persone vittime di usura si ammazzano per disperazione. Nel 2008 ci sono stati 600 suicidi, quasi 2mila l’anno seguente.
In Italia c’è una massiccia campagna pubblicitaria sui nuovi giochi d’azzardo. La gente è invitata, spronata, incitata a indebitarsi sempre di più. Aumenta il numero delle sale da gioco. Intorno ad esse prolifera un sottobosco di usurai. Nessun aiuto concreto però arriva a chi è vittima degli strozzini. Ecco perchè non sono più nella posizione di convincere gli altri a denunciare. Il mio è un atto di lealtà e coerenza, di rispetto della giustizia e delle sue istituzioni, nelle quali finora avevo sempre creduto.Milano 16-11-2010
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 16 novembre 2010)
……quindi da quello che ho appena letto non c’è alcuna tutela, nessun aiuto vero, concreto. Sono vittima anche io di un atteggiamento “usuraio” delle banche e di due in particolare, che in veste di amministratrice e socia della mia ex azienda (ex perchè ovviamente fallita!) ho dovuto vendere l’unico immobile che possedevo per cercare di risanare esposizioni bancarie e conti con i fornitori, pur avendo crediti che superavano i debiti (a parte il debito equitalia). La vendita dell’immobile non mi ha permesso di sanare le posizioni per cui, per non fallire e non buttare in mezzo alla strada 5 famiglie, ho contratto debiti da pseudo amici, tutti stra ripagati, tranne uno di 10000€ che non riesco,NON RIESCO, a ripagare, ed essendo segnalata in CRIF, con un’azienda alle spalle dichiarata fallita da 4 anni e tanto altro ancora nessuno può farmi + credito.
A che è servito tutto questo? Ero benestante, ho costruito un’azienda leader in Italia corteggiata da tante banche, sono sempre venute loro da me e mai io da loro se non alla fine per cercare di convenire ad un accordo, ma come lei ben saprà ho trovato le porte chiuse, anzi sbattute in faccia. Ora sono povera, non ho + nulla, vivo in casa di mia madre con i miei figli e un marito gravemente malato.
Non mi sono mai pianta addosso e non ho vergogna del mio attuale stato, ma non riesco + a sostenere le telefonate, gli insulti, le minacce, del pseudo amico dell’amico che rivuole i suoi soldi. Sto pensando seriamente di eliminarmi, se solo avessi però la certezza che lasciassero in pace i miei familiari che come me stanno vivendo una vita non vita. Dimenticavo di dirle che da subito ho ricominciato a lavorare ovviamente a nerissimo, a 700€ al mese per 8 ore al giorno e mi reputo anche fortunata. Ma le forze mi stanno abbandonando e la depressione è la mia compagna di vita. Da quello che tutti mi dicono devo denunciare “il prestatore”, fossi sola l’avrei già fatto, ma mettere i miei cari a rischio di ????????? non mi darebbe pace. Mi chiedo se è veramente così spietata la ns società, piena di offerte pubblicizzate di aiuti economici a fronte di buste paga, cessione del V (cosa che mia mamma per aiutarmi ha già fatto) della pensione, insomma certezza del rimborso cosa giusta e che onorerei di fatto, se solo qualcuno mi aiutasse dandomi un pò di tempo. Peccato che io di tempo non ne ho più e concorderà con me che farla finita, uscire di scena e magari trasferire i figli all’estero è l’unica maledetta soluzione. Grazie per il suo tempo. Patrizia