In ricordo di Angelo Vassallo

(di Giulio – Liceo Einstein Berlino)

È stato pochi giorni fa quando Angelo Vassallo. Sindaco di Acciaroli, è stato ucciso barbaramente. Angelo Vassallo era un eroe della Campania. Amava la sua gente, la terra e il mare del suo piccolo comune. Mirava ad un paese pulito, privo di inquinamento e “munnezza”, privo di camorra. La conseguenza: 9 colpi con un’arma vigliacca. E così si spegne un’altra luce di un altro piccolo eroe silenzioso. Ma la guerra invisibile continua. Una guerra senza esercito. Ma pur sempre una guerra.

Ma anche questo atto feroce non avrà conseguenze percepibili con sé. Prima o poi tutto tornerà alla quotidianità. La disperazione ci fa pensare e per uscirne dobbiamo capire. Capire che la democrazia italiana si è persa definitivamente e con lei l’idea di un’Italia libera dalla mafia.
Ma cos’è la mafia? Un’organizzazione criminale? No è un sistema criminale del “Potere” basato su intrecci, a volte chiari a volte sfocati, tra istituzioni, politica e mondo imprenditoriale.

Ma pure se questi intrecci sono ovvi lo Stato non reagisce in modo adeguato e non c’è più rispetto per le Istituzioni! Per esempio Dell’Utri, senatore del PDL pur avendo contatti con Cosa Nostra e essendo stato condannato, in secondo grado, a 7 anni , ancora non sta in galera ma siede, tutt’ora, in Senato. O il grande protettore di Dell’Utri, Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio, di cui fino ad oggi non è chiara l’origine e la fonte della sua fortuna, su cui forti sono i sospetti che sia stata finanziata con soldi di origine mafiosa.

Sono solo consapevole che un innocente, che non ha niente da nascondere, si fa fare il processo. Berlusconi, invece, trova sempre una via d’uscita per evitarlo. Anche noi non siamo innocenti perché a tutt’oggi ancora non siamo indipendenti economicamente e socialmente a causa dell’assenza dello Stato.

Se vogliamo sconfiggere la mafia dobbiamo proseguire l’opera di Vassallo. Rispettare la terra, proteggendola, sviluppando attività economiche nella piena legalità e nell’interesse dei cittadini. Ma non dobbiamo solo seguire l’esempio di Vassallo. Ma dobbiamo alzare la voce. Non dobbiamo perdere la speranza e la volontà di essere indipendenti e privi di mafia. Dobbiamo urlare come fece Peppino Impastato: “La mafia è una montagna di merda”.

Siamo noi che dobbiamo cambiare il paese e la cultura politica. Siamo noi che abbiamo il potere in mano. Siamo noi il popolo e vogliamo la libertà. Vogliamo la democrazia. In questo percorso di liberazione, se così si può chiamare, il giornalismo investigativo è indispensabile. Perché chi non sa non può valutare e prendere decisioni. Per questo motivo sono contento di ascoltare, insieme a tutti voi, una scrittrice impegnata nella lotta contro le mafie e speriamo di rivederci il 2 ottobre al NO B day di Berlino.

(15 settembre 2010, Berlino. In occasione della presentazione del libro documentario Malitalia storie di mafiosi, eroi e cacciatori un’iniziativa di Mafianeindanke per il Festival Internazionale della Letteratura)