Il Regno del Molise

(di Alessandro Corroppoli)

Il Regno è ancora di Re Michele Iorio.
Il Molise è una regione che raramente balza agli onori della cronaca nazionale, nel senso più ampio del termine. Anzi quasi mai ci capita, venendo da sempre accreditata come un’isola felice. Ma negli ultimi dodici mesi si è abbattuto su questa tranquilla e silenziosa terra un ciclone: Vinicio D’Ambrosio. Con il suo libro “Il Regno del Molise. Sprechi, scandali e inchieste giudiziarie nell’Isola felice governata da Michele Iorio”, giunto alla quarta edizione, ha in qualche modo interrotto il sonno e i sogni di tanti cittadini/elettori che da troppo tempo hanno delegato il proprio futuro ad amministratori regionali che hanno fatto della mala politica e della mala amministrazione la propria bandiera. Lo abbiamo intervistato per parlare dell’ultima manovra finanziaria della Regione, della sanità, della magistratura molisana, ma anche di come ci si senta a vivere per un anno sotto i riflettori della critica.

D’Ambrosio, in meno di un anno siamo giunti alla quarta edizione del suo libro “Il Regno del Molise”. Come si sente a vivere sotto i riflettori? Ci fa un primo bilancio?
Un bilancio sicuramente positivo, più che lusinghiero per quanto mi riguarda, dato che il libro è stato recensito a livello nazionale su quotidiani come Repubblica, l’Unità, Liberal e su periodici come la Voce delle Voci. Ho avuto modo di presentarlo in diversi comuni della regione, mentre a metà settembre sarò a Potenza su invito dell’associazione culturale Decander. La cosa curiosa è che in Molise, all’infuori di alcune eccezioni, da parte dei media non ci sono state recensioni, analisi, critiche rispetto al contenuto del libro. Questo perché c’è un controllo quasi assoluto degli organi di informazione da parte di Michele Iorio. In buona sostanza, non parlandone si è cercato di svilire la portata del mio lavoro. C’è stato poi anche qualche tentativo di attacco sul piano personale di cui i responsabili risponderanno in sede giudiziaria.

A distanza di un anno Lei ritiene che il suo libro sia ancora attuale oppure pensa che abbia bisogno di qualche aggiornamento?
Il contenuto del mio libro è decisamente attuale. La conferma viene dalla stessa amministrazione regionale, che ha appena messo in campo delle misure di razionalizzazione della spesa per ridurre, seppure parzialmente, gli sprechi perpetrati in questi anni. Sprechi e veri e propri scandali troppo spesso sottovalutati, che io ho descritto nel libro con chiarezza e precisione. Chi l’ha letto si rende conto che buona parte della manovra riguarda proprio il taglio degli sprechi che ho denunciato con documenti e circostanze materiali.

Possiamo dire che è stato anticipatore e, forse, senza esagerare, buon profeta delle conseguenze del mal costume dei nostri amministratori?
Ho solo fatto un lavoro di ricerca e di elaborazione di atti, documenti ufficiali, dati numerici, indagini giudiziarie, evidenziando cosa, a mio giudizio, non andava. In Molise c’è un sistema clientelare diffuso, esaltato dalla ristrettezza demografica della regione. Oggi “lor signori” si vedono costretti a tagliare parte delle spese improduttive finalizzate solo ad acquisire consenso. Veri e propri sprechi che riguardano il costo della politica, le consulenze, i contratti di collaborazione, gli apparati politici e amministrativi, il numero dei dirigenti, la soppressione delle commissioni consiliari speciali. Quest’ultime, assolutamente inutili e istituite per accontentare, con personale, indennità e prebende, i consiglieri regionali di maggioranza rimasti senza incarico. Possibile, tanto per fare un esempio, che ci sia ancora una commissione sull’influenza suina? Sappiamo tutti come è finita, a livello nazionale, la storia della “bufala” dell’influenza A, con centinaia di milioni di euro spesi per un vaccino rimasto inutilizzato. Figurarsi i consiglieri della nostra regione che discettano di aviaria! Non si è a conoscenza di un solo documento prodotto dalla commissione in tanti mesi.

Come giudica, quindi, la manovra economica finanziaria varata dalla Regione: tagli veri o ingannevoli?
Intanto bisogna dire che Michele Iorio, dopo essersi beccato del “cialtrone” al pari di altri amministratori meridionali da parte del ministro dell’economia Tremonti, in presenza di una forte riduzione dei trasferimenti statali non poteva non avviare una manovra correttiva. Tagli che non possono incidere in profondità per due ordini di fattori: 1) non sono dovuti ad un’impostazione di sana e corretta gestione nell’interesse della collettività ma esclusivamente al taglio dei trasferimenti da parte del governo centrale; 2) Iorio deve comunque preservare le sue modalità di gestione clientelare dato che il prossimo anno ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale. Inoltre bisogna aggiungere che c’è stato un ritardo inspiegabile nella pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione della relativa legge.

Perché questo ritardo?
L’interpretazione più ovvia è quella che il ritardo abbia consentito al presidente, agli assessori, ai consiglieri di continuare a percepire per l’intero mese di agosto i soliti compensi e prebende.
C’è qualche spunto da approfondire contenuto in questa manovra?
Va approfondita l’ammissione, contenuta nel provvedimento, del fatto che la società per l’informatica, la Molise Dati Spa, non sia una società in house della Regione. Nelle misure per il contenimento della spesa pubblica è previsto che la Giunta regionale possa procedere all’acquisizione “per completarne la configurazione di società in house providing” della totalità delle quote dai privati oppure di cedere a terzi la sua partecipazione in toto. Ora, se la società non è mai stata in house sono, di conseguenza, ipotizzabili possibili profili di responsabilità degli amministratori e l’annullabilità delle assunzioni, forniture, servizi, appalti posti in essere in tutti questi anni per decine, o meglio, centinaia di milioni di euro? A chi di dovere la risposta.

Questa sua ultima riflessione costituisce un monito per la magistratura molisana. Anche essa è forse dormiente?
Nel libro ho scritto che, a volte, si ha l’impressione che talune Procure e magistrature voltino le spalle per non guardare. Eppure la questione morale riguarda tutti i cittadini, anche i magistrati. E invece, in un’apparente, tranquillità, sembra che tutto proceda per il meglio. Chi osa chiedere se sia possibile che non esistano controlli, che non si facciano verifiche di fronte all’utilizzo dei fondi pubblici, che non si sappia quante decine di milioni di euro costano annualmente gli enti sub-regionali, viene visto come un fastidioso rompiscatole. Oggi si ha come la sensazione di una strategia di Iorio per coprirsi le spalle con la nomina di grossi, ma anche meno grossi, calibri a livello giudiziario e di organi inquirenti, a partire dal caso eclatante della nomina di Nicola Passarelli, ex presidente della Corte d’Appello di Campobasso, come assessore esterno alla Sanità, per finire alla nomina contemporanea dell’ex procuratore capo della Corte dei conti del Molise, Giuseppe Grasso, e di un generale della Guardia di Finanza in una commissione di gara. Ma ci sono tanti altri esempi.
Sanità: deficit altissimo, Regione commissariata, molte critiche, tante proteste, fiumi di parole.
Non sto qui a ricordare gli errori e i favoritismi nella gestione della sanità regionale. Ricordo solo l’istituzione di un reparto di neurofisiopatologia presso l’ospedale di Isernia, diretta dal fratello di Michele Iorio, Nicola. È un caso unico in Italia, e probabilmente al mondo. Perché non esiste in alcun ospedale una unità di neurofisiopatologia senza che sia connessa a un reparto di neurologia, di cui è una branca, o di neurochirurgia. L’ospedale di Isernia non ha né neurologia né neurochirurgia.
Infine: nel momento in cui si va verso la riduzione drastica dei fondi e il taglio dei posti letto nei nosocomi regionali, e inoltre si parla sempre più spesso della soppressione degli ospedali di Venafro, Agnone e Larino, cosa ti fa l’Azienda sanitaria regionale? Un avviso, nel quale si spiega che per la realizzazione dei progetti di ricerca scientifica – un inciso, sfido a trovare qualcuno che abbia mai sentito parlare di ricerca scientifica da parte dell’Asrem – intende procedere alla costituzione di una “long list”. Espressione per dire che vuole avere un elenco di consulenti esterni a cui conferire incarichi di collaborazione. Da una parte si tagliano i posti letto e dall’altra parte si pensa ancora di procedere all’assunzione di consulenti.

Per chiudere. È vero che Iorio ha l’abitudine di tenere per sé documenti e atti che pure dovrebbe mettere a disposizione di ministeri superiori e organi inquirenti?
Diciamo che c’è questa cattiva abitudine del presidente Iorio di non fornire, e non solo alla pubblica opinione, documenti, informazioni, chiarimenti. Ad esempio il 19 maggio 2010 si è saputo che Iorio non ha mai trasmesso ai ministeri dell’Economia e della Salute una delibera di Giunta regionale del giugno 2008 comportante oneri di spesa per decine di milioni di euro. Poi, per ben tre volte, in tre anni, la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti del Molise ha chiesto, con distinte deliberazioni, informazioni ed elementi conoscitivi alla Giunta regionale sui derivati finanziari contratti dall’ente per ben 258 milioni di euro. È stata anche interessata la procura della stessa Corte. Inutilmente. Il comportamento omissivo della Regione persiste. E il bello, si fa per dire, è che ciò non viene sanzionato e non vengono presi ulteriori provvedimenti e avviati accertamenti.

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