Anche il lago d’Averno era finito nelle mani del clan dei casalesi

(di Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno)
Nella disponibilità del clan dei casalesi era finito, secondo la Procura, persino un lago: quello d’Averno, il più noto e suggestivo dei Campi Flegrei. Gli agenti della Dia lo hanno sequestrato ieri in esecuzione di un decreto della Dda: appartiene a Gennaro Cardillo, in carcere con l’accusa di favoreggiamento per avere aiutato il killer Giuseppe Setola durante la latitanza. Cardillo è amministratore e socio unico della Country Club, la società che nel 1991 acquistò il lago per due miliardi di lire dalla famiglia Pollio: l’acquisto, è scritto nell’atto notarile, riguarda «un intero terreno invaso di acque denominato lago d’Averno, dalla superficie complessiva di circa ettari 55, are 77 e centiare 80». I Pollio, a loro volta, si erano tramandati l’Averno dal 1750, quando lo avevano ricevuto in dono dai Borbone; nonostante tre sentenze abbiano assegnato il bacino allo Stato, la controversia giudiziaria avviata 19 anni fa resta aperta.

Oltre alla società, la Dia ha sequestrato anche l’agriturismo «Terra mia», dove Setola è stato ospitato durante la latitanza, e la discoteca «Aramacao». I beni hanno un valore complessivo di 15 miliardi di euro. Il decreto di sequestro è stato emesso dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho e dai pm Giovanni Conzo, Alessandro D’Alessio, Catello Maresca, Alessandro Milita e Cesare Sirignano. Le operazioni di sequestro sono state coordinate dal dirigente della Dia, vicequestore Maurizio Vallone. Gennaro Cardillo, è scritto nel decreto di sequestro, «ha operato acquisizioni di beni, direttamente o tramite la sua società, del tutto sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati. Tale sproporzione impone la presunzione di illecita provenienza dei mezzi impiegati per gli acquisti». Per gli investigatori, dunque, è un prestanome dei boss casalesi. L’avvocato Fabio Fulgeri, che assiste Cardillo, sottolinea invece che i beni sono stati acquistati dai familiari dell’uomo, e in particolare dal padre: farà ricorso al Riesame per il dissequestro. Negli anni scorsi, intervistato a proposito della proprietà del lago, Gennaro Cardillo ne rivendicava addirittura la valorizzazione: «In questi anni abbiamo salvato l’Averno dal degrado, ripulito la foce ostruita, salvaguardato le sue acque».

Durante la latitanza, dunque, Giuseppe Setola, il killer che volle, tra l’altro, la strage dei neri di Castelvolturno, non trovò rifugio solo nell’appartamento di via Manzoni, a Posillipo, ma anche in questo luogo ricco di storia e riferimenti mitologici. Nell’agriturismo, del resto, come ha rivelato il pentito Oreste Spagnuolo, il suo gruppo si riuniva da tempo e spesso si fermava a mangiare