Trapani: la notte della Giustizia

L’hanno chiamata «la notte della Giustizia», non tanto perché la manifestazione che reca questo slogan è dedicata a ciò che non va nel comparto e che coinvolgerà personale giudiziario e amministrativo si svolgerà il prossimo 23 giugno da pomeriggio a notte fonda, ma perché, come spiega il giudice Piero Grillo, presidente della sottosezione dell’Anm di Trapani (l’Associazione Nazionale dei Magistrati) che si è fatta promotrice dell’iniziativa, «sono oltremodo bui i tempi che la giustizia sta attraversando». Ieri mattina, giovedì 17 giugno, a Palazzo di Giustizia nell’aula bunker “Giovanni Falcone” durante l’assemblea dei lavoratori indetta dalla Cgil, l’Anm era presente con una folta delegazione di magistrati e giudici, c’era anche il presidente dell’ordine degli avvocati, Alberto Sinatra.

Dal dibattito, introdotto dal segretario aziendale Cgil, Nino Urso, e concluso da Alberto Spada, della segreteria provinciale di categoria dello stesso sindacato, è venuto fuori l’elenco dolente della giustizia, i «guasti» locali, e le defaiance a carattere nazionale, dalle voci del personale amministrativo e delle cancellerie, degli avvocati, dei magistrati. Ce ne è insomma di ragioni per protestare, contro norme e decreti, la manovra finanziaria, che finiscono con l’impedire alla giustizia «di rendere giustizia ai cittadini». Da qui la «notte» di lavoro indetta per il 23 giugno, «per ricordare che – si legge in un documento dell’Anm – la Giustizia non è un costo ma una risorsa, che i cittadini hanno diritto ad avere un servizio Giustizia efficiente, che garantisca sicurezza senza intaccare le libertà, per tutelare i diritti delle vittime dei reati non meno di quegli degli imputati, e nel settore civile assicurare decisioni rapide ma ponderate».

«Bisogna essere pragmatici – dice il giudice Piero Grillo – la manovra economica è un pretesto di chi vuole ridurci al silenzio, per attestarci un ulteriore colpo, con il resto delle norme approvate e al vaglio del Parlamento (come il ddl intercettazioni) siamo dinanzi a “provvedimenti punitivi” conseguenza degli attacchi che ogni giorno come giudici e magistrati subiamo». Il Governo non ha risparmiato la Giustizia nella politica dei tagli: «Dimenticando – osserva il giudice Grillo – che ha indultato anche le condanne pecuniarie, una norma che serviva a svuotare le carceri ha compreso invece anche le condanne che prevedevano pagamento di ammende e multe, solo a Trapani lo Stato, quello stesso che programma oggi i tagli, non ha incamerato 1 milione di euro».

Affollata è stata l’assemblea, nell’aula bunker «Giovanni Falcone» bene si coglieva la tensione che c’è nell’aria ma anche la voglia a non mollare. «Questa protesta – ha affermato il pm Andrea Tarondo – non deve essere solo dei magistrati, del personale, degli avvocati, deve essere una protesta di tutti, faccio un appello ai cittadini, il comparto giustizia non deve essere visto come un costo, ma per quello che è una risorsa, la giustizia non è una palla al piede dell’economia, ma lavora per rendere libera dall’economia dalle vere palle al piede che sono quelle della criminalità, e invece siamo noi giudici a subire attacchi, oggi la Giustizia produce nuove risorse per lo Stato, quando sequestra, confisca, sottraendo risorse all’ambito criminale». Ciò che si fa intendere è poi questo, con queste norme difficilmente la Giustizia potrà rendere ancora un servizio ai cittadini, rischia di «graziare» semmai qualcuno: «Non è tanto per dire – conclude il giudice Piero Grillo – la corruzione endemica potrà continuare a prosperare, soldi pubblici verranno sprecati…e poi ci vengono a parlare di tagli».

«Trapani mostra di essere un’isola felice del panorama giustizia italiano – dice il presidente del foro avv. Alberto Sinatra – perché qui chi ci lavora, dai magistrati, al personale amministrativo, lavora facendo grandi sacrifici, anche gli avvocati, che cerchiamo di dare il giusto impulso alle cose, come adesso stiamo facendo condividendo questa protesta e le iniziative che verranno fatte. Noi siamo succubi di un Parlamento che sforna sempre nuove leggi, la prova di ciò sta nel fatto che ogni anno dobbiamo comprare un codice nuovo perché quello precedente di 12 mesi è già inattuale, leggi che non risolvono nulla, anche perché è difficile risolvere i problemi negando risorse e lasciando vuoti gli organici o provocandone lo svuotamento».
L’avv. Sinatra ha fatto un appello all’unità per tutti i soggetti del comparto e lo ha fatto strappando un applauso quando ha detto di essere contrario «alla separazione delle carriere dei giudici». «Insistendo su questa strada – ha detto – vedremo abbatte l’ultimo baluardo della nostra democrazia, quello della Giustizia».

L’appuntamento è per le 18 del 23 giugno, si terrà una assemblea nell’aula bunker poi magistrari e giudici trascorreranno la notte al lavoro, “scioperiamo lavorando di più” dice il pm Tarondo, “contro – si legge nel manifesto – il continuo rinvio delle indispensabili riforme, la denigrazione quotidiana dei magistrati e lo svilimento della loro dignità, anche con i tagli degli stipendi, arbitrari e punitivi, non permettono di raggiungere gli obiettivi della Giustizia. Protesta contro le riforme sbagliate che aumentano costi, cavilli e inefficienze, rendono solo difficli le indagini proprio sui reati che determinano un quotidiana emorragia di risorse pubbliche e di denaro dei contribuenti. Su questi temi i magistrati di Trapani vogliono confrontarsi con chiunque abbia a cuore il futuro della Giustizia in Italia”.

Finita l’assemblea c’è ancora chi parla, si sfoga. Un giudice ha in mano il nuovo testo sulle intercettazioni, ora all’esame della Camera, dopo il si strappato col voto di fiducia al Senato. Spiega: “Per ottenere una intercettazione il relativo decreto nel nostro caso da Trapani dovrà essere sottoposto al vaglio del giudice collegiale di Palermo, e dovrà arrivare presso quella sede con l’intero fascicolo, di solito composto da più faldoni, voluminosi e pesanti. Ogni rinnovo di intercettazione dovrà essere fatto sempre con queste modalità. Ci sarà un andirivieni per diversi chilometri, dovremo avere anche i mezzi idonei per questo trasporto, si spenderanno risorse per la benzina, le auto, la manutenzione, straordinari per il personale perché i decreti se necessario dovranno essere avanzati anche durante i festivi. Ecco lo Stato cerca nuove risorse, pretende assurdi risparmi e poi ci regala gli sprechi”.