Rita Borsellino e “Malacarne”
Al Direttore generale della Edel Earbooks
Jos Bendinelli-Negrone
OGGETTO: PUBBLICAZIONE LIBRO MALACARNE
Egregio dott. Bendinelli-Negrone,
ho appreso, con estremo ritardo e solo tramite comunicazione di alcuni mezzi d’informazione, della decisione di allegare due cd dal titolo “Musica della Mafia” al libro fotografico di Alberto Giuliani “Malacarne”, già pubblicato in Germania dalla Edel Earbooks e al quale ho contribuito con un mio testo.
Stante l’inviolabile libertà di espressione, sono dell’avviso che quei due cd rischiano seriamente di risultare controproducenti rispetto al fine con cui, secondo quanto comunicatomi da Giuliani, era stato ideato il libro, ossia quello di denunciare il cancro mafioso.
Se avessi saputo prima della Vostra scelta editoriale, avrei agito sicuramente in maniera diversa, magari anche invitandoVi ad affrontare la costruzione del prodotto multimediale con una maggiore attenzione ai rischi di cui sopra.
Purtroppo, non sono stata informata, né ho avuto modo di ricevere un’anteprima di “Malacarne”. Per tutte queste ragioni, Vi chiedo di ritirare la mia firma dal libro, sia per le copie ancora da stampare, sia per quelle già stampate.
Spero di ricevere rapido riscontro.
Distinti saluti,
Rita Borsellino
gentili signori,
ho avuto recentemente modo di leggere il libro sopracitato: stavo cercando di capire dove poter trovarlo quando ho trovato questo blog..Il libro è antimafioso e veramente utile per comprendere un argomento del quale si sente certamente parlare, ma in maniera superficiale e non sufficiente per capire l’orrore e l’errore. Non credo che chi lo critichi, l’abbia compreso realmente. Cordiali saluti
Buongiorno,
ho comprato Malacarne. Secondo me un lavoro stupendo.
Ho fatto ricerche su Internet e sono incappata in questo articolo rimanendo attonita:
nessuno puó realmente pensare che questo libro abbia un qualsiasi minimale intento di inneggiare alle mafie dopo averlo sfogliato o letto.
Queste “canzoni” non le conoscevo, mi hanno fatto effetto, ma anche capire molte cose.
Certamente non rappresentano la totalitá della cultura musicale del Sud, ma sono purtroppo sicuramente parte di essa- quindi trattandosi di un libro sulle Mafie..
Gentile Giovanni, visto che fa un confronto tra Gomorra e le brutte canzoni di Ndrangheta, sa spiegarci come mai Saviano e’ minacciato di morte, mentre cantanti e produttori della canzonette non hanno mai avuto bisogno della scorta…
Forse non mi sono spiegato. Quando ho letto e visto “Gomorra” mi sono divertito e sconcertato del fatto che I mafiosi volessero essere come i gangster e mafiosi dei film di Hollywood. Insomma il fatto aggiungeva un “layer” importante alla comprensione della cultura mafiosa e certamente non un “layer” positivo appunto perché “Gomorra”non parla in nessun modo del mondo mafioso in modo romantico. Allo stesso modo il libro “Malacarne” non parla in nessun modo del mondo mafioso in modo romantico e dunque le canzoni pro-mafia fatte da mafiosi aggiungono un “layer” agghiaciante che aiuta ancora un po’ il lettore alla comprensione del mondo mafioso.
La conoscenza di certe documenti (canzoni pro-mafia) o certi comportamenti (Sogno di essere mafioso hollywoodiano) in un contesto ben preciso (libro o film anti-mafia, sia Gomorra che Malacarne) sono fattori che danno profondità al lavoro svolto e aiutano alla comprensione del fenomeno mafioso nella sua globalità e nelle sue diverse sfaccettature.
Per non essere fra inteso di nuovo aggiungo che l’esempio preso per Gomorra non è che uno dei vari esempi possibili, e che se Saviano è minacciato di morte è proprio perché il suo libro crea una visione globale che permette di capire meglio il mondo mafioso e dunque lo rende più debole.
Per distruggere un male bisogna conoscerlo in modo globale e bene.
Non capisco cosa possa insegnarci sulle mafie la passione di alcuni di loro per i film, a parte che evidentemente riconoscono nei film un’immagine di se’ migliore di quella reale. Quanto alle canzoni: secondo lei, il canto che le aggiungo di seguito, riflette fedelmente i fatti storici sul nazismo? Siamo arrivati al punto da confondere la realtà con la fiction? Quale valore documentaristico possono avere canzoni e film? Possiamo giudicare le guerre italiane in Africa a partire da canzoni come “faccetta nera”? Malacarne non dice proprio niente: le parti di cui e’ composto il libro slegate tra di loro, i testi sono “fuori contesto” e per giunta pubblicate in un contesto sconosciuto agli autori.
1. In alto la bandiera,
i ranghi ben serrati!
S.A. marciano
con passo calmo e sicuro.
I camerati uccisi dal fronte rosso
e dalla reazione
marciano in spirito nei nostri ranghi.
2. Le strade libere
per battaglioni bruni!
Le strade libere
per gli uomini delle squadre d’assalto!
Già milioni guardano
con speranza alla croce uncinata,
il giorno della libertà e del pane arriva.
3. Per l’ultima volta sarà fatto l’appello!
Per la lotta siamo tutti già pronti.
Presto le bandiere di Hitler
Sventoleranno su tutte le strade,
la schiavitù durerà ancora per poco tempo.
4. In alto la bandiera,
i ranghi ben serrati!
S. A. marciano con passo
calmo e sicuro.
I camerati uccisi dal fronte rosso
e dalla reazione
marciano in spirito nei nostri ranghi.
Aggiungo solo una cosa: quando si commettono delle scorrettezze verso qualcuno, anche involontariamente, specie se sono così gravi come quelle commesse da chi ha pubblicato le canzoni di mafia con i testi di giornalisti e studiosi senza informarli, come minimo ci si scusa. Non si insiste su tale comportamento dando valore culturale ad un errore… A meno che di errore non si sia proprio trattato. Ma questo, naturalmente, noi non lo pensiamo: siamo convinti della buona fede di tutti. Solo che il comportamento più corretto dovrebbe essere di conseguenza quello di presentare scuse ufficiali e pubbliche. A chi? Non agli autori, che come vede si difendono bene da soli. Ma a persone come me, e siamo qualcheilione, ai miei conterranei, dal momento che qualcuno ha scritto che quelle canzonette sono inevitabilmente la “mia” cultura. La mia, o quella di chi ha scritto quell’ “inevitabilmente”?
Buongiorno,
ho letto gli articoli e seguo la vicenda dall’inizio. Ho letto i testi delle canzoni che oltretutto sono su sfondo rosa nel libro (non trovate la cosa ironica e rivelatrice del fatto che non vanno presi sul serio ma che sono una visione romantica della mafia?). Ma non solo sono anche inseriti in un capitolo intitolato “La musica della mafia”. La frase di introduzione “… è una raccolta di canti “mafiosi”, inevitabile patrimonio musicale della tradizione italiana meridionale” e sicuramente una frase dalla forma non certo totalmente felice ma purtroppo i canti di mafia fanno parte del patrimonio musicale Meridionale ed Italiano come i canti fascisti. Sicuramente la cultura Italiana e meridionale non sono solo quello (grazie a Dio) e che c’e di molto meglio ma questo e un libro sulla mafia e quelle canzoni fanno parte della cultura Mafiosa che si e sviluppata in meridione per poi allargarsi nel mondo. Ma da li a dire e pensare che i testi di autori come Saviano, Brosellino etc… sono usati per promuovere le canzoni mafiose ce ne vuole!
(“Gli scritti di Saviano, Gratteri, Borsellino e degli altri, sono stati utilizzati per promuovere canzoni che inneggiano all’onore, al rispetto e ai boss che non parlano anche se carcerati. “)
Inoltre, prima di questo libro, non conoscevo queste canzoni. E devo dire che mi hanno fatto lo stesso effetto di quando ho scoperto, nel libro “Gomorra” di Saviano, che i mafiosi giocavano e sognavano di essere come i mafiosi e gangster dei film come Scarface.
a presto,
Giovanni Del Brenna
Carissimo Giovanni Del Brenna,
crediamo che il problema di Rita Borsellino non sia legato al libro ma ai due cd che lo accompagnano (puoi leggere sempre su Malitalia l’articolo “Vivere con la mafia” dove troverai gli audio dei cd) e soprattutto perché secondo l’editore “rappresentano il substrato culturale del Sud Italia”.
Ascoltali e poi capirai quale è il problema. Il substrato del Sud è dato da letterati, musicisti, pittori, che non sono certo quelli dei cd di Malacarne.
Tutto questo nulla togliendo al lavoro di Giuliani.
A presto.
Laura Aprati e Enrico Fierro
Signora Rita Borsellino,
Ho appena ricevuto una copia del libro Malacarne. Io sono forse di parte, essendo fotografo e facendo parte dell’agenzia LUZ photo fondata, con altri, da Alberto Giuliani, ma le posso assicurare che se vedrà il libro lei non avrà sicuramente più nessun dubbio sul fatto che sia un libro assolutamente antimafioso e di ottima fattura. Chiunque abbia visto il libro. Chiunque abbia letto le didascalie e i testi non potrà che restare attonito davanti all’orrore mafioso e le musiche non risulteranno che ancora piu ridicole e insensate accrescendo il senso di disgusto per quella parte d’Italia della quale tutti noi ci vergognamo.
Io francamente spero che lei riceverà al più presto una copia del libro, cosi che la sua firma potrà ancora una volta contribuire alla lotta antimafia.
Cordiali saluti e sincera ammirazione per il suo lavoro e sacrificio,
Giovanni Del Brenna