Puglia tra racket ed estorsioni

carabinieri elicottero(di Gianpaolo Balsamo de La Gazzetta del Mezzogiorno)

Bisceglie. Quella inferta nei giorni scorsi dai carabinieri è stata davvero una dura spallata alla mala pugliese e del Nord Barese in particolare. Il volteggiare degli elicotteri sin dalle quattro dell’alba di lunedì scorso, d’altra parte, ha fatto capire che l’operazione in atto era veramente importante. Rischiarato infatti da centinaia di lampeggianti delle auto dei carabinieri, è stato davvero un brutto risveglio per 56 persone (47 di Bisceglie, 6 di Andria, due di Molfetta ed 1 di Bitonto), componenti del sodalizio criminale che da tempo, con agguati, regolamenti di conti, rapine ad esercizi pubblici, spaccio di stupefacenti, estorsioni ed altro, aveva trasformando Bisceglie in una specie di «Bronx», dove a farne le spese erano soprattutto piccoli commercianti, vittime innocenti (a volte anche solo di poche decine di euro) delle scorribande dei criminali il cui unico obiettivo era l’acquisizione di risorse da destinare all’acquisto di stupefacenti.

Sessantasei le ordinanze di custodia cautelare (60 quelle eseguite, sei sono ancora i ricercati) firmate dal gip Roberto Oliveri del Castillo del Tribunale di Trani su richiesta del sostituto procuratore Ettore Cardinali che ha coordinato l’intensa attività investigativa dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Trani, partita all’indomani della gambizzazione di Giovanni Leuci avvenuta il 27 gennaio 2007 nella centrale «piazza del Pesce». L’uomo (soprannominato mazz umbrell), 46enne all’epoca dei fatti, con pesanti precedenti per traffico di sostanze stupefacenti, fu ferito in un agguato da alcuni colpi di pistola calibro 7.65 nella piazza Margherita di Bisceglie.

«Sono state indagini laboriose, lunghe e complesse che hanno visto impegnati i migliori investigatori dell’Arma in servizio al Nucleo operativo della Compagnia di Trani». Così il maggiore Alessandro Colella commenta l’operato dei suoi uomini che hanno lavorato in maniera intelligente, discreta e instancabile. «Ed è grazie al loro certosino lavoro di acquisizione di elementi probatori e di riscontro che è stato possibile definire i rapporti esistenti tra i vari componenti del sodalizio che agivano con spregiudicatezza e determinazione grazie anche alla disponibilità di armi».

Parole di elogio all’operato degli investigatori dei carabinieri di Trani sono
state rivolte anche dal prefetto di Bari Carlo Schilardi, dal procuratore Carlo Maria Capristo dal colonnello Antonio Bacile. All’operazione, denominata «Ultima soluzione» hanno partecipato oltre trecento carabinieri, due elicotteri dell’Arma e unità cinofili, coordinati direttamente dal colonnello Antonio Bacile, comandante provinciale dei carabinieri, insieme al tenente colonnello Giuliano Polito, comandante del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri, al maggiore Alessandro Colella (comandante della Compagnia di Trani) e dei tenenti Diego Berlingieri del Nucleo operativo radiomobile e Carlo Santarpia della Tenenza di Bisceglie.

Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare ci sono anche sei donne (alcune spostate o imparentate con personaggi finiti dietro le sbarre) delle quali due (la 29enne Agata Margutti e la 31enne Elisabetta Parisi – alias Betty -, entrambe di Bisceglie) hanno beneficiato degli arresti domiciliari perché coinvolte in un singolo episodio per aver procacciato clienti al De Vincenzo durante l’attività di spaccio.

Particolare rilevante, acquisito dai militari durante le indagini (sviluppatesi con intercettazioni telefoniche ed ambientali oltre a numerosi e impegnativi servizi di osservazione e pedinamento), è il clima di omertà tra molti biscegliesi, riscontrato a fronte di diversi tentati omicidi compiuti a volto scoperto in pieno centro abitato. E, secondo gli investigatori, proprio questo clima omertoso venutosi a creare col tempo nell’abitato di Bisceglie sarebbe la riprova della forza d’intimidazione esercitata dai componenti del pericoloso gruppo criminale smantellato lunedì scorso.

Gli arrestati (tra i quali spiccano i nomi del 54enne Giuseppe Cuocci, alias «Pinuccio il mofettese» già coinvolto nell’operazione antidroga «Iceberg» del 2000, del 24enne Nicola De Vincenzo, coinvolto nell’operazione «New Paradise» del marzo 2007, e del suocero Natale Caterino di 56 anni, alias «Lino Caterino», detenuto nel carcere di Spoleto in quanto condannato già nell’ambito del processo «Dolmen», dovranno rispondere, a vario titolo di tentato omicidio, rapina, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, furto e incendio, commessi principalmente a Bisceglie, Trani e Molfetta tra il 2007 e il 2008.