Ucraina-Napoli, torna il contrabbando

Cigarettes

Cigarettes (Sherif Samy)

(Tratto da La Repubblica, Napoli – di Antonio Corbo)

Riapre il mercato nero delle sigarette. Crisi e disoccupazione rilanciano il contrabbando. Cambiano solo rotte e mezzi. Dai motoscafi blu a Tir, furgoni, roulotte. Prima le coste albanesi, ora la pista dell’Est. L’indagine della Finanza cominciata nel 2006 si è conclusa l’altra notte con 46 arresti, 38 italiani e 8 polacchi.

Nel suo lungo viaggio un pacchetto sparge danaro. Prodotto a basso costo dalla filiale Philip Morris in Ucraina, arriva in Polonia a 0,70, stoccato nei depositi di Varsavia riparte per la Campania al prezzo di 1,50 euro, è distribuito fra Forcella, Borgo Sant’Antonio Abate, Lavinaio, ma anche a Giugliano e nei centri vesuviani a 2,50 alle bancarelle. Il pubblico lo acquista a tre. Un euro e mezzo meno che dal tabaccaio. «È un ritorno al passato», spiega il procuratore Giandomenico Lepore.

«Con un po’ di nostalgia si rivedono nella memoria inseguimenti nel mare di via Caracciolo e sbarchi dalle navi». Sfiora i 40 la ultima generazione del contrabbando, contatti labili con la camorra, solo legami familiari con i Licciardi, Mazzarella e i Giuliano, clan che dominava Forcella. Il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho ha rivelato i meccanismi del traffico, ricostruito tappa per tappa dal pm Cesare Sirignano. Inchiesta complessa, avviata per caso: il sequestro di soli 80 chili nel doppiofondo della camera da letto di Gennaro Caiazzo, al Lavinaio. I finanzieri, guidati dal generale Giovanni Mainolfi nell’ultima fase, hanno ripristinato il metodo investigativo che eliminò il contrabbando nel 1998. Niente inseguimenti, ma intercettazioni e controlli del flussi finanziari.

Le tre organizzazioni, con base a Varsavia, scambiavano contanti o assegni postdatati da 5 mila euro. Salvatore Adamo, “La Pullera” o “A’ Gallina”, guida la più potente. Ha sposato una polacca, aveva rapporti con i Licciardi a Secondigliano. Dirige il traffico. Bruno Taurasi e Vincenzo Tesone le altre due bande. Di rilievo i fratelli Ciro e Gennaro Esposito, figli di una contrabbandiera storica, Antonietta Sacco, “A’ Cassinese”, sorella della madre dei Giuliano. Varsavia, dove Adamo contava sulla collaborazione della malavita polacca, era il crocevia.

Per telefono le sigarette erano “mozzarelle“, “camicie“, “frutta“. Il danaro: “documenti“. Targa e autisti polacchi all’inizio, appena scoperti dalla finanza che ha avuto la collaborazione dell’OLAF (servizio europeo antifrode) sono subentrati gli autisti italiani con furgoni, tir, roulotte e una “Bravo Fiat” preferita ad una vecchia “Marea” che andava spesso in panne, con Sos a meccanici di fortuna tra Varsavia e Napoli. Ventisei tonnellate e 70 automezzi sequestrati. I convogli, preceduti da staffette, portavano almeno mille casse per volta. Un milione e mezzo di euro.