La mafia minaccia vicesindaco a Monte Sant’Angelo

Comune Monte Sant'Angelo. No Faida Day
(Tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno, Puglia)
Monte Sant’Angelo. Torna a farsi “torbido” il clima nella città dell’Arcangelo: ieri è stata recapitata una busta con un proiettile al vicesindaco (da pochi giorni) Michele Ferosi, 37 anni, avvocato, sposato, assessore della giunta Ciliberti (Pdl) con delega all’urbanistica, sport e tempo libero. Un avvertimento dal forte sapore mafioso, una intimidazione che, a pochi giorni dalla manifestazione del “No Faida Day” di giovedì scorso 25 febbraio, ha il sapore della beffa, della sfida.
Chi vuole intimidire, agisce nell’ombra, si nasconde dietro l’anonimato e lancia sinistri messaggi ai rappresentanti delle istituzioni. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri di Monte Sant’Angelo. Stretto è il riserbo degli inquirenti, che non tralasciano nessuna pista. Il vicesindaco è stato già ascoltato dalle forze dell’ordine. Si indaga a trecentosessanta gradi: battuta anche la pista legata all’attività lavorativa di Ferosi (è avvocato).
Ma in verità gli occhi degli investigatori sono puntati sulla pista mafiosa: si punta a scoprire chi e perché abbia messo in atto un tentativo deprecabile che mira a destabilizzare l’ambiente cittadino e la vita amministrativa e civile di Monte Sant’Angelo, paese noto per il santuario di san Michele Arcangelo ma anche per la faida ultratrentennale che ha insanguinato la città con più di trenta morti ammazzati. Ferosi, destinatario del messaggio di stampo mafioso, è turbato, ma non rilascia commenti.
C’è preoccupazione a Palazzo di Città. E nessuna voglia di parlare. Certo, non aiuta in questa situazione poco tranquilla, come osserva qualcuno, i toni alti che ha assunto negli ultimi tempi il confronto politico. Va ricordato, che negli ultimi giorni, complice il rimpasto effettuato dal sindaco Andrea Ciliberti, in Consiglio Comunale sono volate, verbalmente, “botte da orbi”. E questo potrebbe aver aizzato qualche esaltato a compiere atti scellerati. È la tesi più gettonata.
È stato il messo comunale ad accorgersi che quella busta non fosse una delle tante, inviate al Comune. E che potesse contenere qualcosa di minaccioso. L’ha toccata. E siccome al tatto il proiettile, “il confetto” come lo chiamano in gergo malavitoso, è facilmente individuabile, si è allarmato chiamando i Carabinieri della locale stazione. I quali hanno informato il vicesindaco, raccolto le sue prime impressioni ed avviato le indagini. Michele Ferosi, Pdl, attuale vicesindaco, è da circa dodici anni in politica, ma mai prima d’ora si era ritrovato in una situazione simile.
Per risalire agli ultimi amministratori coinvolti in qualcosa di simile bisogna andare a ritroso nel tempo e giungere al 2005, quando l’auto dell’allora sindaco Antonio Nigri, venne bruciata da ignoti. L’anno successivo toccò a quella di Francesco Granatiero, allora consigliere comunale di maggioranza del sindaco Nigri. A nessuno sfugge però la abissale differenza, a livello di comunicazione minacciosa, tra l’auto bruciata e l’invio di un proiettile: è una escalation. Da qui, la preoccupazione. Che è tanta.
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